sabato 7 giugno 2014

LA PENTECOSTE (08.06.2014)

Dal Vangelo secondo Giovanni 7,37-53:

La promessa dell'acqua viva

       Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: «Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno». Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.                
      All'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: «Questi è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?». E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.
      Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!». Ma i farisei replicarono loro: «Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea».                 
     E tornarono ciascuno a casa sua.
 
 
  Commento
 
   Viviamo il tempo dello Spirito, Colui che  continua l'opera salvifica che Gesù ha iniziato durante la sua vita. A parole, siamo un po' come politici, lo sappiamo. Ma forse basta saperlo? E' un po' come con l'amore umano. Lo sai che Lei, Lui ti ama. Ma se non te lo manifesta nei gesti concreti, questo sapere è incompleto.
  Anche noi sappiamo tante cose, le abbiamo imparato a tempo debito. Ora per diventare cristiani ci serve soltanto la pratica. Dico diventare cristiani, perché abbiamo a che fare con un processo continuo nel tempo. L'esplicitazione del Battesimo nella concretezza della vita si chiama vita cristiana. Che cosa ha di diverso questa rispetto alla vita laica? Tanto. Ma la prima differenza, e anche la più importante è che il nostro sguardo sulla vita, sul mondo, su noi stessi e gli altri acquista una sfumatura nuova, si impregna di sacro. Il cristiano prova a vedere tutto con gli occhi di Dio. Non è detto che ci riesca sempre, ma essendo in cammino ci prova. Può anche fallire. Non solo. Ma può sbagliare anche la strada giusta. Non fa niente. Si può sempre rialzare e ritrovare la giusta collocazione nel cammino verso il Regno di Dio.
     Vi siete mai chiesti perché nel mondo cristiano ortodosso i monasteri con i loro padri spirituali sono mèta di tante gente in cerca di qualcosa, che spesso non sa neanche cosa fosse? Perché le persone con una vita di comunione con Dio hanno un aura speciale, irradiano l'amore di Dio intorno a loro. E questo la gente lo sente e accorre. La presenza dello Spirito Santo rende l'uomo santo, cioè abitato da Dio. Tutti siamo chiamati a diventarlo. Quindi coraggio e invochiamo in questa grande festa lo Spirito di Gesù su ciascuno di noi perché ci renda degne abitazioni Sue per poter diffondere nel mondo lo Spirito di Dio , Spirito d'amore e di pace, Spirito di Verità, l'unico in grado di colmare la nostra sete di Infinito.

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