sabato 14 giugno 2014

IL VANGELO DELLA DOMENICA (PRIMA DOPO LA PENTECOSTE - 15/06/2014)

Dal Vangelo di Matteo:

         In quel tempo disse Gesù ai suoi apostoli:
       "Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
       Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.
     Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?».  E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.
           Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».
 
 
  Commento
 
      In questo brano del Vangelo di Matteo, Gesù ci invita a seguirlo. Certo è un invito duro da sentire per le nostre delicate orecchie, propense ad ascoltare piuttosto i rumori del mondo che la voce dello Spirito che parla alla sua Chiesa. Ci sembra un po' radicale questo Gesù. Non potrebbe alleggerire un po' le sue richieste? Sa, noi abbiamo tante cose da fare, a cui pensare. E invece Lui è radicale. Non si può servire a due padroni.
      Sarà per questo motivo che sono così pochi quelli che lo servono e lo seguono più da vicino? Le nostre chiese costruire con tanti sacrifici dai nostri nonni e bisnonni, che pur essendo poveri, sono riusciti a fare ciò che noi oggi neanche ci sognammo, sono piuttosto vuote . Gesù continua a parlare, a dirci che ci ama, ma noi siamo impegnati altrove e con cose più attrattive. E la sua Voce cade nel deserto.
       Lo sappiamo. Lui ha il potere di far crescere il grano anche nel deserto, ma per la nostra sensibilità umana questa situazione è deludente. E' vero che la vita, con le sue preoccupazioni ci porta via molto tempo, ma, pensando un attimo, che cosa è per noi veramente importante, più importante di tutto il resto? Dalla risposta, seguiranno le nostre scelte conseguenti e coerenti.
     Lasciamo parlare la Voce dello Spirito Santo anche nel deserto della nostra vita, per poter capire quale la Sua volontà su di noi! Diventiamo suoi testimoni in un mondo che cerca Lui dove Lui non si può trovare. Il mondo cerca la felicità e non sa che la felicità è Lui, in quanto la personificazione dell'amore di Dio che si fa regalo oltre che modello, alla sua Chiesa e a ciascuno di noi.
 
P. Iosif


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