sabato 25 ottobre 2014

IL VANGELO DELLA DOMENICA (26.10.2014)

Dal Vangelo secondo Luca 8,26-39:

   "Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell'uomo. Molte volte infatti s'era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso.
       Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. I demòni uscirono dall'uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò. Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. La gente uscì per vedere l'accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento. Quelli che erano stati spettatori riferirono come l'indemoniato era stato guarito. Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. L'uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: «Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto». L'uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto".
 
Commento
 
In questo episodio, abbastanza impressionante, Gesù esegue un esorcismo e, perché il miracolo acquisti valore di insegnamento, segue una procedura coerente con la simbologia del tempo e del luogo in cui si trova. Siamo in territorio pagano e la sequenza degli ultimi fatti raccontati da Luca corrisponde alla liturgia battesimale (la Parola, l'acqua, l'esorcismo). Il brano ci presenta un uomo, solitario (non abitava in casa cioè non aveva relazioni con altri), nudo (non portava vestiti cioè era senza identità, come un animale), insano, posseduto e pericoloso che diventerà socievole, vestito, sano di mente, libero di agire come vuole, ben disposto verso la vita e le altre persone. Quest'uomo ha come casa le tombe ossia il riferimento delle sue azioni è il terrore della morte. E` talmente impedito ad agire liberamente che appena vede Gesù dà un grido di terrore e lo prega di non tormentarlo: in tutta la descrizione riesce a noi difficile distinguere la sua volontà da quella del Demonio che è in lui. Vediamo comunque che il Male riconosce subito il Bene: lo chiama per nome, Gesù, e specifica anche Figlio del Dio altissimo. Ma il Male intende il Bene come una tortura, come una entità malvagia. Infatti, pur essendo - diremmo noi - informato su Chi ha davanti, il Male non comprende il Bene. Considera Dio come un rivale pari a sé ossia malvagio. E` su questa base che possiamo capire il senso delle sue parole. L'espressione "Che vuoi da me?" viene dal linguaggio giuridico per dichiarare che due sono alleati(1). Qui dunque i demoni cercano di tentare Dio stesso dichiarandosi suoi alleati e chiedono di non infrangere un patto che in realtà non esiste. Secondo il Male l'uomo da sempre pensa a Dio come a un dio cattivo, padrone, punitore e giudice. Dato che quest'uomo vive secondo questa convinzione perché rovinare tutto? Il Demonio è convinto - e da Genesi 3 ha convinto l'uomo - che vivere tra i sepolcri è l'unico modo di vivere e dunque vede come tortura ogni cambiamento. Le conseguenze di questo imbroglio sono quelle evidenziate in questo indemoniato: egli non si riconosce figlio di Dio (è nudo), teme gli altri che non sono fratelli (vive solitario), viene spinto verso il deserto e i sepolcri ossia a una vita senza speranza né futuro. Catene e ceppi (la legge e la violenza) sono inutili. Occorre identificare il Male, dargli un nome, cosa non facile, perché non si fa circoscrivere. Infatti alla domanda di Gesù il Demonio risponde con il nome "Legione" che è un non-nome: la Legione romana era composta di circa 6.000 elementi ed era famosa per la sua efficienza. Gesù comanda al Demonio di uscire da quell'uomo. Infatti il Male non fa parte dell'uomo, che è immagine di Dio: vi è entrato dall'esterno. Se non teniamo fermo questo punto fondamentale demonizziamo l'uomo. Il Male parla con la bocca del suo cliente - "non torturarmi" - e arriva a proporre un patteggiamento: è disposto a ingoiare qualsiasi cosa, pur di non sparire. I porci rappresentano, nel mondo ebraico, i pagani, quelli che mangiavano carne di maiale. Il Male spera sempre che vi sia un angolo di paganesimo nel mondo in cui ricominciare a prosperare. Gesù lascia che il male faccia il suo corso e infatti finisce affogato. Mostrando visivamente la fine dei porci a tutti i presenti - e a noi che leggiamo - Gesù ci indica che attraverso di sé il Male è già vinto e ci spinge alla speranza: "nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo" (Giovanni 16,33). Il Male può solo agire sulle nostre paure, non ha alcun potere sul mondo fisico e sulla nostra vita fisica. Dovremmo tenerlo presente e non attribuire a spiriti e demoni poteri che essi non hanno: solo Dio è Signore del mondo e Gesù, che ha accettato di "dormire" nella nostra barca (cioè morire) ci spinge ad avere fede.        Gesù, il Figlio che rivela il vero volto del Padre, è venuto per far cessare questo imbroglio della presunta alleanza fra Dio e il Maligno. Gesù è venuto sulla terra per smascherare la falsa immagine di Dio che tutte le persone - sia religiose che atee - hanno. Nessuno ha mai pensato a un Dio che si mette nelle nostre mani, che dà la vita per tutti, che muore in croce per noi peccatori, che si rivela come amore e misericordia infinite.
 
 P. Iosif

Nessun commento:

Posta un commento