sabato 11 ottobre 2014

IL VANGELO DELLA DOMENICA (12.10.2014)

Dal Vangelo di Giovanni 17,1-13:
               
"Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia".
 
  
  Commento:
 
      Prima di uscire dal cenacolo e avviarsi all'orto degli Ulivi Gesù pronuncia una lunga preghiera che sembra concludere il suo "testamento spirituale" consegnato ai discepoli. Rivolge gli occhi in alto verso il Signore. E' un invito a tutti perché alziamo gli occhi da noi stessi, perché usciamo dalla nostra autosufficienza e dal nostro egocentrismo, e dirigiamo la voce, il cuore e i pensieri in alto, appunto, verso Dio. La preghiera è la risorsa dei deboli e di chi non ha forza, è il grido dei poveri e l'unica speranza dei vinti. Nella preghiera di Gesù trapela un'ansia che deve essere anche nostra.
      Dopo aver reso lode al Padre, Gesù guarda quegli uomini deboli e sprovveduti: ha affidato loro il compito non semplice di continuare la sua opera; prega per loro perché possano continuarla. Proprio per questo non chiede per loro forza o coraggio, ma che possano restare sempre legati a lui, imitatori del suo esempio e discepoli della sua Parola. E' questa infatti la vera forza dei cristiani, affidata a ciascuno assieme alla responsabilità di annunciare il Vangelo e prendersi cura dei poveri: restare sempre più vicini possibile a lui. Se lo faremo scopriremo anche di essere più vicini fra noi, fino ad essere una sola cosa, un suolo cuore ed una sola anima. Sembra parlare di un'utopia, eppure a questo sono chiamati i cristiani.    

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