sabato 24 agosto 2013

Domenica 9-a dopo la Pentecoste

                                           Il Vangelo della Domenica

     In quei giorni Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
    La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: "E' un fantasma!" e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!" Pietro allora gli rispose: "Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!" Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!"  E subito Gesù tese la mano, lo afferro e gli disse:" Uomo di poca fede, perché hai dubitato?" Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: "Davvero tu sei Figlio di Dio!".

     Commento al Vangelo

 Il versetto introduttivo richiama il clima che doveva essersi creato nei discepoli e nella folla dopo il miracolo dei pani. L'intervento energico di Gesù sui discepoli e sulla folla lascia comprendere quale piega avesse preso la situazione. Gli apostoli, trovatisi improvvisamente al centro di una inaudita vicenda, cominciano a ricoprirsi di una facile gloria e di un'euforia difficilmente controllabile. L'evangelista Giovanni ricorda che la gente che aveva mangiato i pani volevano rapire Gesù per farlo re. Davanti a questa situazione Gesù fa imbarcare gli apostoli, manda a casa la gente e sale sul monte a pregare.
   Il monte è il luogo dell'incontro con Dio. Gesù è il Figlio e quindi ha un'esigenza infinita di stare col Padre. Gesù è uomo e nel confronto con il Padre trova costantemente la chiarezza e il coraggio per  compiere la sua missione.
 In questo testo si possono cogliere alcune reminiscenze del cantico di Mosè dopo il passaggio del mare dei giunchi: il mare che fa affondare, le onde che si innalzano, la mano tesa, il timore e il turbamento. Queste annotazioni ci inducono a leggere questo brano come una teofania rivolta a "quelli della barca", cioè alla Chiesa del Risorto. Il Dio Salvatore dell'Esodo salva nuovamente il suo popolo. L'episodio è un simbolo della comunità cristiana perseguitata: essa non deve temere, perché il Signore è presente.
   L'episodio di Pietro merita una riflessione particolare. La sua possibilità di camminare sulle acque dipende unicamente dalla parola del Signore: "Vieni!", e la sua forza sta tutta nella fede in Gesù. Con la fede ogni discepolo può ripetere gli stessi miracoli del suo Signore. Ma se la fede viene a mancare, il discepolo torna ad essere facile preda delle forze del mare. In altre parole abbiamo a che fare con una catechesi sulla realtà del discepolo invitato ad affidarsi totalmente al suo Signore anche nelle situazioni che mettono in crisi la sua adesione incrollabile di fede. In questo racconto c'è certamente un anticipo del rinnegamento e della conversione di Pietro nella burrascosa notte della settimana di passione, ma egli è ormai per sempre riabilitato e la sua fede è diventata esemplare come lo è stato la sua diffidenza. Solo alla fine, la comunità dei discepoli, educata nella fede in mezzo alle sue prove, fa la professione esplicita di fede in Gesù: "Tu sei veramente il Figlio di Dio".
    Il tema centrale del brano, è dunque, la fede. La situazione di Pietro dimostra che la fede in Gesù non è esclusivamente ragionevolezza o avvedutezza razionale. Credere è osare. Chi osa credere è sorretto da colui nel quale crede. La fede è obbedienza. Chi pratica l'obbedienza della fede ottiene di partecipare all'essere di Cristo. Diventa un altro cristo. E allora la sua umanità si conformerà al suo Maestro e Modello.
   Gesù, Signore della creazione e della storia, libera dal male e dalla morte, paure che attanagliano e bloccano l'uomo! Per superare queste angosce bisogna avere una fede adulta che conduce ad una visione fiduciosa della storia che viene portata a compimento da Dio.  Signore, aumenta la nostra fede!
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                                                                                                                            P. Iosif



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