martedì 14 settembre 2010

La sequela di Cristo

"Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinunci a sè stesso, prenda la sua croce e mi segua!"

Il Vangelo ci fa intuire il Mistero della salvezza che consiste nell'assumersi la croce nella quotidianità e la sequela di Gesù nella concrettezza della vita. Il Signore Gesù ci insegna che la prima preoccupazione che deve avere l'uomo in questa vita è la salvezza dell'anima. Il dono più grande che può ricevere l'anima credente è la vita eterna, perchè l'uomo è stato creato secondo l'immagine della Santissima Trinità. Siccome Cristo è insieme Uomo e Dio, Egli ha dentro di sè la vita eterna:"Io sono la Risurrezione e la Vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà". Quando noi seguiamo Gesù, non seguiamo semplicemente un uomo, ma camminiamo dietro al Dio eterno che si è fatto Uomo, perchè noi, uomini possiamo essere portati alla risurrezione e alla vita eterna, infinita.
Qualcuno di noi potrebbe dire:"Ma come fare? Qual'è la via?" E a buon ragione. Perchè oggi, nel postmoderno, come qualcuno nomina il tempo presente, mancano i punti di riferimento, i modelli. Allora apriamoci allo Spirito Santo, ascoltiamolo! Lui è l'Unico che può parlare al nostro cuore e renderci chiaro il cammino che dobbiamo prendere. E' lo stesso Spirito che ci ha promesso Gesù, è lo stesso Spirito che ha fatto grandi i santi, Colui che soffia anche oggi nella sua Chiesa e che continua tramite Essa l'opera di redenzione iniziata da Gesù.

venerdì 10 settembre 2010

Non temere piccolo gregge!

Nella nostra piccola realtà dell'Aquila, a parte il rumore prodotto nei cantieri edili dagli operai nella gran'parte venuti da fuori dell'Aquila, e il confuso e stressante correre delle macchine, parte che tutto sia immobile, senza vita. Eppure proprio in questa situazione esiste il potenziale della ripresa della vita. Ma il problema consiste nel trovare il Perno su cui construire non soltanto le mura delle case, ma costruire , meglio ricostruire il tessuto sociale e di fiducia che è stato distrutto con il terremoto. Non basta indire una notte bianca, o organizzare un concerto una tantum, ma insistere sulla ripresa dei legami sociali basati sulla fiducia gli uni negli altri e sulla capacità di collaborare nelle piccole come nelle grandi cose. Per come la vedo io non è molto facile, ma neanche impossibile. Basterebbe rimettere al centro di ciascuno di noi e di tutti insieme la Parola di Dio fattassi carne in Gesù di Nazareth. Ma lo facciamo? E allora e il tempo di provarci.