tag:blogger.com,1999:blog-42379152691313450622024-03-13T08:27:31.060-07:00CATTEDRALE ORTODOSSA ITALIANA L'AQUILAchiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.comBlogger78125tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-16007531989152117392016-07-10T03:18:00.000-07:002016-07-10T03:18:05.356-07:00IL VANGELO DELLA DOMENICA (Terza domenica dopo la Pentecoste)<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px;">
Ev. Matei 6, 22-33</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<br /> Zis-a Domnul către dânşii: luminătorul trupului este ochiul; dacă va fi ochiul tău curat, tot trupul tău va fi luminat; iar dacă ochiul tău va fi rău, tot trupul tău va fi întunecat. Deci, dacă lumina, care este în tine, este întuneric, cu cât mai mult va fi întunericul! Nimeni nu poate să slujească la doi domni, căci sau pe unul va urâ şi pe altul va iubi, sau după unul se va ţine şi de celălalt nu va avea grijă; nu puteţi să slujiţi lui Dumnezeu şi lui Mamona. Drept aceea vă spun vouă: să nu vă îngrijiţi pentru viaţa voastră gândind ce veţi mânca, ori ce veţi bea; nici pentru trupul vostru cu ce vă veţi îmbrăca. Oare, nu este viaţa mai mult decât hrana, şi trupul, decât îmbrăcămintea? Uitaţi-vă la păsările cerului, că nu seamănă, nici nu seceră, nici nu adună în hambare, şi Tatăl vostru cel ceresc le hrăneşte. Au nu sunteţi voi cu mult mai presus decât ele? Şi cine dintre voi, oricât şi-ar pune el mintea, poate să-şi adauge la statura sa un cot? Iar de îmbrăcăminte ce vă îngrijiţi? Luaţi seama la crinii câmpului cum cresc: nu se ostenesc, nici nu torc, şi totuşi vă spun vouă că nici Solomon, în toată mărirea sa, nu s-a îmbrăcat ca unul dintre ei. Iar dacă iarba câmpului, care astăzi este şi mâine se aruncă în cuptor, Dumnezeu în acest fel o îmbracă, oare, nu cu mult mai mult pe voi, o puţin credincioşilor? Deci, să nu duceţi grijă zicând: ce vom mânca, sau ce vom bea, sau cu ce ne vom îmbrăca! Că toate acestea le caută păgânii; doar ştie Tatăl vostru cel ceresc că aveţi nevoie de toate acestea. Ci căutaţi mai întâi împărăţia lui Dumnezeu şi dreptatea Lui, şi toate acestea se vor adăuga vouă.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<br /> Traduzione italiana</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra . Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.<br />Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
COMMENTO</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Oggi Gesù ci ripete di non preoccuparci di tante cose ma piuttosto cercare il regno di Dio e la sua Verità. E la sua Verità è che tutto è dono. Il discepolo che penetra il vero significato della vita, capisce che essa vale più di ogni necessità fisica e materiale. Egli diventa capace di porsi nelle mani di Dio e di conseguenza, vede tutto dalla sua ottica e fiducioso porta avanti ciò che gli spetta con equilibrio, libero da ogni affanno. L'ansia e l'agitazione fanno perdere il momento presente, la sola sicurezza che possediamo, dono di Dio da vivere in pienezza. Certo, il mangiare e il vestire sono importanti ma relativamente alla priorità del Regno. Infatti, chi cerca il Regno riceverà anche tutto ciò che occorre per fronteggiare la vita terrena. Vivere il momento presente nell'amore è il segreto della vita intima con Dio di tante sante persone.<br /> Nella mia pausa contemplativa, oggi, provo a entrare più a fondo nel cuore per comprendere se veramente sono alla ricerca seria del Regno; se è la priorità della mia vita; se sono capace di mettermi con fiducia nelle mani di Dio, mio Padre; se mi preoccupo di cose inutili a tale fine; se desidero godere e soffrire ciò che il momento presente mi offre.</div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-top: 6px;">
Preghiera</div>
<div>
<div style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-top: 6px;">
<br />Signore Gesù, liberami dall'affanno che mi paralizza di fronte agli impegni della giornata. Aiutami a valorizzare ogni momento come un tuo regalo, un passo con te, verso il regno; perché questo si realizzi sempre più in me e attorno a me!</div>
</div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-85825496728670253252016-06-05T01:17:00.002-07:002016-06-05T01:17:30.076-07:00Domenica VI dopo Pasqua <table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" style="height: 1px; width: 560px;"><tbody>
<tr><td width="100%"><br /><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" style="height: 1px; width: 560px;"><tbody>
<tr><td width="100%"> DAL VANGELO DI GIOVANNI 9,1-38<br /></td></tr>
<tr><td height="7" width="100%"><br /><div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> "Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.<b> </b>Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». </span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';">Alcuni dicevano: «E' lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».</span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> </span><b style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';">[</b><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';">Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?».</span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> </span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';">Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Siloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista».</span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';">Gli dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non lo so».</span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><b> </b>Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «E' un profeta!». Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista.E li interrogarono: «E' questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!».<o:p></o:p></span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';">Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Dà gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.<o:p></o:p></span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><b> </b>Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi".</span></div>
</td></tr>
<tr><td height="80" width="100%"><div id="commento" style="box-sizing: border-box; font-family: arial; font-size: 13px;">
<div id="test" style="box-sizing: border-box;">
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
<br /></div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
COMMENTO</div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Le prime letture delle domeniche di Quaresima richiamano in modo articolato le diverse tappe della Storia della Salvezza, orientata a Cristo: l'umanità delle origini (I Domenica), la vocazione di Abramo (II Domenica), il popolo di Israele che nel deserto Dio disseta con l'acqua sgorgata dalla roccia, simbolo di Cristo (III Domenica). Nell'attuale domenica il brano del I Libro di Samuele (1 Sam. 16,1-13: I lettura) narra l'elezione e l'unzione regale di David, antenato e figura del Messia.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Nel brano evangelico di questa domenica (seguiamo la forma breve) domina il tema della <b style="box-sizing: border-box;">luce</b> (cfr la II lettura). Tutta la trama del racconto si comprende a partire da un'affermazione di Gesù (all'inizio del brano completo); <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo"</i></b> (v.5). Ecco chi è Gesù per l'uomo: la <b style="box-sizing: border-box;">luce</b> che rischiara la sua esistenza e la riempie di significato. E' colui che dona la luce della <b style="box-sizing: border-box;">fede</b>. Infatti il cieco rappresenta l'uomo che non crede. Ma Gesù lo guarisce: fisicamente e anche spiritualmente. Alla luce piena della fede il "cieco nato" arriva attraverso un itinerario lento e laborioso (come era avvenuto per la samaritana).</div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Gesù passa, vede un cieco, un pover' uomo che da anni sta seduto in quel posto a chiedere l'elemosina. Si ferma, non va oltre. Lo ama. Gli si avvicina e lo tocca con tenerezza. Poi gli comanda:<b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"Va' a lavarti nella piscina di Sìloe, che significa Inviato". "Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva"</i></b>(v.7). La guarigione non è frutto di qualche magia. E' molto più semplice: basta obbedire alla parola di Gesù.</div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Così anche per noi è possibile rivivere questa storia: è sufficiente lasciarsi toccare il cuore dal Vangelo, ascoltando cioè e mettendo in pratica la parola di Gesù, e immergerci nella "piscina di Sìloe" (che significa "Inviato" e quindi Cristo stesso), cioè incontrare Gesù nei Sacramenti. Saremo, così, guariti dalla cecità e potremo accorgerci di chi ci sta attorno. E saremo capaci di stendere a nostra volta le mani per toccare con affetto chi è solo, chi è bisognoso, chi chiede amicizia. O meglio, permetteremo a Gesù di agire Lui stesso attraverso di noi.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Tutto il racconto, però, intende sottolineare in modo molto accentuato due atteggiamenti contrapposti davanti al medesimo fatto (il miracolo della guarigione del cieco), o meglio davanti alla medesima persona, Gesù.</div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Da una parte c'è l'atteggiamento del cieco che, guarito fisicamente, giunge grado grado all'illuminazione totale, che è la luce della fede in Gesù. L'evangelista descrive, appunto, l'itinerario della fede cristiana nel suo progressivo chiarificarsi: per il cieco Gesù è dapprima <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"l'uomo che si chiama Gesù"</i></b> (v.11) e che lo ha guarito: un uomo, cioè, che si è interessato di lui e gli ha voluto bene concretamente. In un secondo momento lo riconosce come <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"un profeta"</i></b> (v.17); quindi uno che viene da Dio, cioè un suo inviato (v.33). Infine (è l'ultima tappa), in un incontro personale Gesù gli si rivela come il <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"Figlio dell'uomo"</i></b>, cioè come il Signore e Giudice universale, colui che viene dal cielo per radunare gli uomini e renderli partecipi della vita di Dio (Gv 1,51; 3, 14-15; 6, 62-63). Allora, prostrato a terra, il cieco guarito professa la sua fede piena: <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"Credo, Signore!"</i></b> (vv.35-38). Una fede che è cresciuta in un contesto di ostilità.</div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Secondo l'evangelista, nel corso della storia si svolge un grande processo dove l'imputato è Gesù e ogni uomo è chiamato a prendere posizione, a scegliere se stare con Gesù oppure contro di Lui. Non è possibile rimanere neutrali. Il cieco guarito si schiera dalla parte di Gesù e per questo si espone alla persecuzione. Ma nelle difficoltà la sua fede matura e la sua testimonianza si fa più decisa. La fede può esigere una rottura violenta col mondo e con la sua logica. Può comportare l'esclusione dalla comunità: il cieco, infatti, viene espulso dalla comunità come peccatore (v.34). Perfino i suoi genitori si rifiutano di appoggiarlo. Una fede senza complessi, coraggiosa: il cieco si trova praticamente solo e contro tutti nel difendere Gesù, nel testimoniare in suo favore. Una fede, quindi, che espone alla solitudine. Ma questa solitudine è riempita dall'incontro permanente con Cristo.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Mentre il cieco vede sempre più, dall'altra parte gli avversari diventano sempre più ciechi. Tutto questo si coglie con più evidenza nella forma lunga del testo (vv.39-41). Veramente l'uomo, come ha la possibilità di aprirsi alla fede, porta anche in sé il terribile potere di accecarsi, cioè di fabbricarsi delle buone ragioni per non vedere, di crearsi delle false evidenze, di rifiutarsi di aprire gli occhi dicendo che "vede". E' una tragica tentazione in continuo agguato nella nostra vita. In ogni azione che compiamo noi decidiamo sempre di sbarrare porte e finestre oppure di aprirle all'invasione della luce (cfr. Ef.5, 8-14: II lettura).</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Come l'acqua nel racconto della samaritana, così la luce è simbolo del <b style="box-sizing: border-box;">Battesimo</b>, che nella Chiesa antica era chiamato anche <b style="box-sizing: border-box;">"illuminazione"</b>. Così pure i battezzati erano detti anche "illuminati". Cfr. l'antico inno battesimale <i style="box-sizing: border-box;">"Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà"</i> (Ef. 5,14). Si noti inoltre: <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"Si lavò" e "ci vedeva"</i></b> (Gv 9,7).</div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Attraverso quelle azioni speciali che la Chiesa compie accompagnandole con la parola di Gesù, cioè i Sacramenti, è Gesù stesso che opera: <i style="box-sizing: border-box;">"Pietro battezza? Cristo battezza"</i> (sant'Agostino). Sono le sue mani che toccano l'uomo e lo risanano. Così, nel Battesimo Gesù, che è la luce vera del mondo, illumina interiormente l'uomo e lo rende nuova creatura, figlio di Dio.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
In corrispondenza al messaggio contenuto nel testo evangelico, quasi in un vero contrappunto musicale, san Paolo ricorda che l'esistenza e l'attività del battezzato sono un'esistenza e un'attività luminose: <i style="box-sizing: border-box;">"Un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore"</i>. Luce come Cristo stesso, che è <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"la luce del mondo"</i></b>:<i style="box-sizing: border-box;">"Comportatevi perciò come figli della luce", cioè "cercate di capire ciò che è gradito al Signore"</i>.</div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
L'ascolto di questo brano, perciò, può aiutarci a riscoprire il significato del nostro Battesimo e l'identità di Gesù. Come fare? Ripercorrendo di tappa in tappa il medesimo itinerario del cieco guarito (come anche della samaritana).</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
<b style="box-sizing: border-box;">In quanto credenti, sappiamo che Cristo è la luce, è colui che, col dono della fede, nel nostro Battesimo ha aperto i nostri occhi rendendoci capaci di vedere la realtà: la realtà di Dio e la realtà del mondo con gli occhi stessi di Dio. Tale dono, però, impegna al contatto costante con Cristo luce e alla testimonianza instancabile della fede.</b></div>
<b style="box-sizing: border-box;"><div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Paul Claudel in una sua opera mette in bocca a un cieco questa domanda: "Voi che ci vedete, che ne fate della luce?" E' una domanda che milioni di ciechi spirituali rivolgono oggi ai cristiani: "Voi che credete in Cristo che ne fate della vostra fede?"</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
A che punto mi trovo nel cammino di fede? Permetto a Gesù di guarirmi col Vangelo e con i Sacramenti, oppure sono ancora cieco o miope?</div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
In che misura faccio mia la professione: "Io credo, Signore"?</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
<b style="box-sizing: border-box; line-height: 1.5em;">Com'è la mia testimonianza? Timida? Superficiale? Convinta? Entusiasta?</b></div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
di Mons. Ilvo Corniglia</div>
</b><div style="box-sizing: border-box;">
</div>
</div>
</div>
<div class="ratingblock" style="box-sizing: border-box; clear: both; font-family: arial; font-size: 13px; margin-bottom: 1px; margin-top: 2px; padding-bottom: 2px;">
<div id="commenti11938" style="box-sizing: border-box;">
<ul class="unit-rating" id="unit_ul11938" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: url("../images/oxygen/stars20.png"); background-origin: initial; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat-x; background-size: initial; box-sizing: border-box; height: 20px; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px; position: relative; width: 100px;" title="">
<li class="current-rating" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: url("../images/oxygen/stars20.png"); background-origin: initial; background-position: 0% 100%; background-repeat: initial; background-size: initial; box-sizing: border-box; display: block; float: left; height: 20px; margin: 0px; padding: 0px; position: absolute; text-indent: -9000px; width: 0px; z-index: 1;"><br /></li>
<li class="current-rating" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: url("../images/oxygen/stars20.png"); background-origin: initial; background-position: 0% 100%; background-repeat: initial; background-size: initial; box-sizing: border-box; display: block; float: left; height: 20px; margin: 0px; padding: 0px; position: absolute; text-indent: -9000px; width: 0px; z-index: 1;">Currently /5</li>
</ul>
</div>
</div>
</td></tr>
<tr><td height="1" width="100%"><br /></td></tr>
<tr><td height="1" width="100%"><br /></td></tr>
</tbody></table>
</td></tr>
</tbody></table>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-83666089517719914932016-02-20T01:53:00.001-08:002016-02-20T01:53:21.101-08:00IL VANGELO DELLA DOMENICA (21.02.2016)<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;"> Dal Vangelo secondo Luca 18,2-8</span><br />
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;"><br /></span>
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;"><br /></span>
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;">«C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. </span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;">In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. </span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;">Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, </span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;">poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». </span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;">E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. </span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;">E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? </span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;">Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».</span><br />
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;"><br /></span>
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;"> Commento</span><br />
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; text-align: justify;"><br /></span>
<div id="commento" style="box-sizing: border-box; font-family: arial; font-size: 13px;">
<div id="test" style="box-sizing: border-box;">
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Gesù c'invita a pregare sempre, e afferma che Dio fa giustizia prontamente ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui. Vi risulta? <br style="box-sizing: border-box;" /><br style="box-sizing: border-box;" />A me si; ma è importante capire come lo fa. </div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Io vedo che il Signore agisce nella mia vita indicandomi la via da seguire per superare i problemi che incontro, usando la mediazione profetica. Non agisce in un modo magico, facendo sparire i problemi, le sofferenze e le ingiustizie; tanto è vero che la morte sussiste per tutti, ma m'invita a dialogare con lui e ad ascoltarlo, usando una persona, che può essere un sacerdote, ma anche un bambino, che in quel momento il Signore usa per parlarmi e aiutarmi. </div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Non basta gridare. Quando la vedova ottiene l'attenzione del giudice, deve spiegargli il problema e poi ascoltarlo. Se per esempio gli chiede di fare una testimonianza in tribunale, raccontando ciò che le è accaduto, lo deve fare, poi lui farà il resto: ma lei prima deve fare la sua parte. </div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Si sente dire: "Se Dio ci fosse non permetterebbe certe situazioni", oppure "dov'è Dio!". Sono grida che vengono fuori da una situazione di sofferenza, come le bestemmie; ma io me lo sono domandato seriamente se Dio c'è, e come agisce nella storia dell'umanità, per capire come può agire anche nella mia vita e nella vita di chi mi sta accanto? </div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Il problema è che io vorrei fare tutto da solo: Gridare al Signore e poi rispondere al posto suo, perché se mi dice: "Ti parlerò tramite Tizio", io rispondo: "Non Signore, parlami direttamente, come facesti col tuo servo Mosè, perché io Tizio lo conosco, so già ciò che mi dirà, etc". La verità è che la rivalità mi dice: "Cerca di non dipendere da nessuno. Decidi tu, fai tutto da solo". Poi quando vado a sbattere dico: "Dov'è Dio?" </div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Il Signore non mi chiede di fidarmi dell'altro, perché è vero che l'altro è quello che è, ma m'invita a fidarmi e ad ascoltare Lui, che mi parla tramite l'altro. </div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Quindi il problema è di capire chi è questa persona e ascoltarla. Questo mi mette nel giusto rapporto con me stesso e con Dio, cioè un atteggiamento di umiltà. </div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Signore aprimi all'ascolto e alla condivisione affinché io possa toccare con mano la tua disponibilità e capacità di aiutarmi!</div>
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
P. Paul Devreaux</div>
<div style="box-sizing: border-box;">
</div>
</div>
</div>
<div class="ratingblock" style="box-sizing: border-box; clear: both; font-family: arial; font-size: 13px; margin-bottom: 1px; margin-top: 2px; padding-bottom: 2px;">
<div id="commenti1496" style="box-sizing: border-box;">
<ul class="unit-rating" id="unit_ul1496" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: url("../images/oxygen/stars20.png"); background-origin: initial; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat-x; background-size: initial; box-sizing: border-box; height: 20px; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px; position: relative; width: 100px;" title="">
<li class="current-rating" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: url("../images/oxygen/stars20.png"); background-origin: initial; background-position: 0% 100%; background-repeat: initial; background-size: initial; box-sizing: border-box; display: block; float: left; height: 20px; margin: 0px; padding: 0px; position: absolute; text-indent: -9000px; width: 100px; z-index: 1;">Currently /5</li>
</ul>
</div>
</div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-82494129405708423182016-01-31T03:19:00.003-08:002016-01-31T03:19:32.791-08:00IL VANGELO DELLA DOMENICA (32 dopo la Pentecoste)<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" style="width: 560px;"><tbody>
<tr><td width="100%"><b>Dal Vangelo secondo Luca 19,1-10</b></td></tr>
</tbody></table>
<h4 align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="font-family: 'Book Antiqua';"><span style="color: red;"> Zaccheo<o:p></o:p></span></span></h4>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<b><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> [1]</span></b><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';">Entrato in Gerico, attraversava la città. <b>[2]</b>Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, <b>[3]</b>cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.<b>[4]</b>Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. <b>[5]</b>Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».<b>[6]</b>In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. <b>[7]</b>Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E' andato ad alloggiare da un peccatore!». <b>[8]</b>Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». <b>[9]</b>Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; <b>[10]</b>il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».</span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><br /></span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><br /></span></div>
<div id="commento" style="box-sizing: border-box; font-family: arial; font-size: 13px;">
<div id="test" style="box-sizing: border-box;">
<div class="commento_testo" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
L'incontro di Gesù con Zaccheo ripropone uno dei temi fondamentali del vangelo: la preferenza di Dio per i peccatori. E chi di noi non lo è? Quest'uomo altolocato e benestante è insoddisfatto di sé. E chi di noi non lo è? In apparenza ha tutto, in realtà gli manca tutto. In quanto pubblicano è escluso dalla salvezza secondo la legge, in quanto ricco è escluso dalla salvezza secondo il vangelo (cfr Lc 18,24ss). E' un peccatore della peggior specie, è un caso impossibile.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Anche in questo caso, come nel brano precedente, la moltitudine dei discepoli nasconde agli occhi di Zaccheo il Gesù che cercava di vedere. La comunità è il luogo dell'incontro con Dio, ma qualche volta impedisce di vederlo. La folla non aiuta Zaccheo a trovare Gesù e criticherà Gesù quando deciderà di andare nella sua casa.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Il pubblicano viene chiamato per nome: "Zaccheo". Questo nome significa "Dio ricorda". Dio si ricorda di lui e gli usa misericordia, come aveva cantato il suo omonimo, Zaccaria: "Ha soccorso il suo servo, ricordandosi della sua misericordia"(cfr Lc 1,54). In Zaccheo si compie la volontà di salvezza del Padre, che Gesù ha la missione di attuare in questo mondo. E tutto deve avvenire "subito" e "in fretta" (vv.5-6). E' l'urgenza della salvezza. Ci ricorda Maria che corre a portare il Salvatore a chi l'attende (cfr Lc 1,39). Ma questa volontà di Dio che desidera salvare tutti e subito suscita incomprensione e mormorazione nei benpensanti di allora come in quelli di tutti i tempi.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
L'ansia e la tensione di Zaccheo si trasformano in esultanza, che è la partecipazione alla felicità di Dio. L'angelo Gabriele ha invitato Maria a rallegrarsi, ora tale allegrezza passa a un peccatore convertito. L'incontro con Gesù libera l'uomo dalle sue colpe, dalle sue perplessità e angosce e lo riempie di pace e di gioia.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
La folla critica il comportamento di Gesù perché non lo capisce. Egli è venuto a portare agli uomini il perdono di Dio, e non deve fare meraviglia che lo conceda a coloro che ne hanno più bisogno. Dio non è come l'hanno presentato gli scribi e i farisei di tutti i tempi. E' diverso. Non ha nemici, non è contro nessuno, non fa distinzioni tra giudei e pagani, tra giusti e peccatori. Tutti sono uguali davanti a lui, tutti bisognosi di grazia, di perdono e di aiuto.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Luca si compiace di presentare Gesù che si trova a suo agio in casa di un peccatore. La salvezza è per tutti, e prima di tutto per i peccatori che si pentono. E il pentimento si manifesta nel riordinare la propria condotta, riparando i torti commessi. E poiché le ingiustizie sociali pesano in definitiva sempre sui poveri, Zaccheo darà loro la metà dei suoi beni. E nei casi specifici di truffa', restituirà secondo la legge: quattro volte tanto (cfr Es 21,37; 2Sam 12,6).<b> La giustizia sociale è il primo frutto della conversione.</b></div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Gesù non è venuto per condannare, ma per salvare. La sua missione si compie dando accoglienza ai peccatori. San Paolo ha scritto: "Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero <b>creduto in lui per avere la vita eterna" </b>(1Tm 1,15-16).</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Zaccheo cercava Gesù, ma alla fine di questo episodio evangelico scopriamo che, ancor più e ancor prima, era Gesù che cercava Zaccheo che si era perduto (v.10). La lezione di questo brano di vangelo ha bisogno di essere sempre ricordata nella Chiesa. C'è sempre qualcuno nella comunità cristiana che ha paura di avvicinare i peccatori, gli scomunicati e i nemici della religione e della fede. Il vangelo ci spinge ad essere vicini a tutti, a stabilire buoni rapporti con tutti, perché tutti hanno bisogno di salvezza, e tocca proprio a noi portarla a loro.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
"Il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto" (v.10). E' la chiave di lettura di tutta la storia di Gesù. Lasciamoci trovare da Gesù, il quale continua a cercare l'uomo anche oggi, anche se questo incontro ci potrebbe portare ad un cambiamento di vita scomoda, secondo i criteri della odierna modernità. </div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
La difficoltà dell'uomo moderno consiste proprio nel non lasciarsi amare per poter amare. E questa esperienza umana si rispecchia anche nel rapporto con Dio. Bisogna guarire imparando che solo nel lasciarsi amare da Dio potremo trovare la ragione, il senso della nostra storia, la nostra propria identità.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Invochiamo lo Spirito Santo, lo Spirito d'Amore che unisce il Padre al Figlio, nella comunione trinitaria, modello di ogni famiglia umana e di ogni comunità che si riunisce a celebrare le meraviglie di un Dio Amore che si fa carne, si fa uomo, perché l'uomo impari a diventare santo, come Santo è Dio stesso. Ecco la nostra meta, ecco il nostro punto d'arrivo.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
P. Iosif</div>
<div style="box-sizing: border-box;">
</div>
</div>
</div>
<div class="ratingblock" style="box-sizing: border-box; clear: both; font-family: arial; font-size: 13px; margin-bottom: 1px; margin-top: 2px; padding-bottom: 2px;">
<div id="commenti803" style="box-sizing: border-box;">
<ul class="unit-rating" id="unit_ul803" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: url("../images/oxygen/stars20.png"); background-origin: initial; background-position: 0% 0%; background-repeat: repeat-x; background-size: initial; box-sizing: border-box; height: 20px; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px; position: relative; width: 100px;" title="">
<li class="current-rating" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: url("../images/oxygen/stars20.png"); background-origin: initial; background-position: 0% 100%; background-repeat: initial; background-size: initial; box-sizing: border-box; display: block; float: left; height: 20px; margin: 0px; padding: 0px; position: absolute; text-indent: -9000px; width: 60px; z-index: 1;">Currently /5</li>
</ul>
</div>
</div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-30140114881119022662015-12-26T00:30:00.002-08:002015-12-26T00:36:49.621-08:00NATALE 2015<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px;">
<span style="line-height: 19.32px;">MESSAGGIO DI NATALE 2015</span><br />
<div style="line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<br /></div>
<div style="line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Oggi è Natale, ancora una volta siamo arrivati a questa festa, una festa attesa o forse dimenticata: siamo arrivati alla festa della luce... Ma che cosa sappiamo noi, uomini di oggi, della luce? Della vera luce che illumina ogni uomo?<span class="text_exposed_show" style="display: inline;"><br />Ebbene la luce vera è nata a Betlemme e si chiama Gesù. Ma cosa significa , nel concreto, questa nascita? Significa commuoverci in modo sdolcinato, significa aprire una parentesi di pseudo-pace per ripiombare prontamente il giorno dopo nel grigiore di ogni giorno con l'aggravante di una tristezza per il tranquillo giorno passato? Significa chiuderci e barricarci dietro gli affetti domestici in questo giorno cercando di assaporarli fino in fondo? Celebrare Natale significa decidere di fare ostinatamente luce sul proprio vivere con la Sua Parola. Celebrare Natale significa costruire ostinatamente la pace: non lontano da noi, ma nel nostro cuore, con i proprio familiari, con il proprio marito, con la propria moglie, con i propri figli. Non ti scoraggiare!<br />Il Signore conosce la tua vita. Anche per te oggi è Natale. E' Natale per la tua vita, Natale per il tuo dolore, per i tuoi problemi e le tue amarezze. E' Natale, riprendi coraggio, ricomincia davvero a vivere, a soffrire, a piangere perché ne vale la pena.<br />Ricomincerai così ad essere contento, ricomincerai a sorridere, ricomincerai a vivere nella pace. Ma come è possibile? E' possibile solo se Lui dona luce alla tua mente e pace al tuo cuore.</span></div>
<div style="line-height: 19.32px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
<span class="text_exposed_show" style="display: inline;"><br /></span></div>
<span style="line-height: 19.32px;">Buon Natale!</span> <br />
<br />
P. Iosif, parrocco della Chiesa Ortodossa Italiana in Aquila "Santa Croce"</div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-53544784531499843522015-11-21T03:58:00.001-08:002015-11-21T03:58:42.571-08:00<h4 align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="font-family: 'Book Antiqua';"><span style="color: red;"> Dal Vangelo di Luca</span></span></h4>
<h4 align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="font-family: 'Book Antiqua';"><span style="color: red;">Il notabile ricco<o:p></o:p></span></span></h4>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';">Un notabile lo interrogò: «Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?». Gesù gli rispose: «Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio. Tu conosci i comandamenti: <i>Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre</i>». Costui disse: «Tutto questo l'ho osservato fin dalla mia giovinezza». Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi». Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco.<o:p></o:p></span></div>
<h4 align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="font-family: 'Book Antiqua';"><span style="color: red;">Il pericolo delle ricchezze<o:p></o:p></span></span></h4>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';">Quando Gesù lo vide, disse: «Quant'è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio. <b>]</b>E' più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!». Quelli che ascoltavano dissero: «Allora chi potrà essere salvato?». Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio».</span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><br /></span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><br /></span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> <b> Commento</b></span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><br /></span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> A prima vista , la domanda del notabile può sembrare una trappola. Maestro buono, chiama Gesù. Vuol dire che lui, di persona, ha fatto l'esperienza della bontà del Signore. </span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> Proprio qualche giorno fa, tramite Facebook, ho avuto una scambio di idee con un tale che sosteneva che tutte le religioni sono uguali, dopo aver studiato le religioni una quindicina di anni. Come se il rapporto con l'Assoluto avesse bisogno di tanti studi e approfondimenti! Almeno nel cristianesimo, ma penso valga anche per altre religioni, lo studio è importante, ma se non è sostenuto dall'incontro e dialogo vitale con l'Assoluto, serve a poco. E questo rapporto interpersonale si alimenta attraverso lo studio si, ma anche e soprattutto con la preghiera, i sacramenti nella liturgia della chiesa, la meditazione, la pratica delle virtù, l'osservanza dei comandamenti. Sono tante le cose, ma tutte accomunate da una sola cosa: amare Dio e il prossimo. Non tutte le religioni insegnano questo? Certamente. Ma il cristiano ha il privilegio di conoscere la volontà di Dio , rivelatasi nell'opera e nella vita del suo Figlio Gesù. </span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> Gesù però non si ferma all'osservanza dei comandamenti. Vuole di più. Lui vuole la totalità della vita dell'uomo. Come mai? Perché lo vuole felice. Il cristianesimo è la religione che richiama l'uomo alla sua vocazione originaria alla santità che vuol dire anche felicità. E che cosa cerchiamo noi su questa terra, se non proprio di essere felici?</span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> Quindi prendiamo sul serio l'insegnamento di Gesù e mettiamo in pratica, tutti i giorni e in ogni occasione. Essere cristiani nelle grandi occasioni è semplice, ma esserlo nei momenti di difficoltà e di prova, è da santi.</span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> E non dimentichiamo una cosa semplice: ciò che non è possibile all'uomo , è possibile a Dio. Fidiamoci di Dio, l'unica nostra ancora in questo mondo lontano da Lui. E' sempre con noi, se noi siamo intenti a stare e vivere con Lui. Lasciamolo entrare nel nostro intimo per trasformarci in icona di Sé per portare avanti il suo messaggio di tenerezza e di amore aperto a tutti di uomini di buona volontà! Che lo Spirito Santo ci aiuti in questa impresa !</span></div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-73305018027316141902015-07-25T07:48:00.000-07:002015-07-25T07:48:00.310-07:00OTTAVA DOMENICA DOPO LA PENTECOSTE (26.07.2015) DAL VANGELO SECONDO MATTEO 14,14-22:<br />
<br />
<br />
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><b> </b>Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati.<o:p></o:p></span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><b> </b>Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù rispose: «Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare». Gli risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qua». E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati.Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.</span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><b> </b>Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla.</span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><br /></span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
COMMENTO</div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<br /></div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Avuta la notizia che Giovanni Battista è stato ucciso da Erode, <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"Gesù parti di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto".</i></b> Desidera cautelarsi, ma soprattutto riflettere nella calma per capire quanto la volontà del Padre esige da Lui in questa nuova situazione. Sente anche il bisogno di un po' di riposo nella quiete e nella compagnia dei suoi amici, i discepoli. Lo fa specialmente per loro. C'è qui un richiamo a saperci ritagliare uno spazio quotidiano per "stare con Gesù" in un dialogo affettuoso, cuore a cuore.</div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Nel nostro episodio, però, il programma salta a causa della folla: a contatto con essa Gesù si lascia "giocare" dalla "compassione". Conosciamo già questo meccanismo che scatta in Lui. L'abbiamo incontrato in Mt. 9,36ss : <i style="box-sizing: border-box;">"Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore senza pastore".</i> Nel nostro testo leggiamo che <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"Gesù vide una grande folla":</i></b> non solo allora, ma anche oggi. È una società non soltanto divisa, ma anche <u style="box-sizing: border-box;">malata</u> <i style="box-sizing: border-box;"><b style="box-sizing: border-box;">("guarì i loro malati"):</b></i>quante infermità fisiche e morali! Una umanità <u style="box-sizing: border-box;">affamata</u> (vv. 15 ss.): fame molteplice. Fame di cibo, ma anche soprattutto di valori, di affetto, di libertà, di felicità. <b>Fame di Dio</b>. Quanti denutriti anche tra i cristiani stessi!</div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Nel suo sguardo attento Gesù non rimane neutrale, insensibile: <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"sentì compassione".</i></b> Anche nell'episodio della seconda moltiplicazione dei pani (Mt 15,32) ritornerà il motivo della "compassione". Anzi è Gesù stesso che confida ai discepoli: <i style="box-sizing: border-box;">"Sento compassione di questa folla".</i> Tale verbo ha un senso pregnante. Di per sé significa sentirsi "fremere e sconvolgere le viscere". Esprime quindi non una compassione emotiva, superficiale, ma una reale partecipazione e coinvolgimento. È immedesimarsi nella situazione dell'altro, un "patire-sentire insieme con l'altro". Una "compassione" che è <u style="box-sizing: border-box;">attiva</u>: spinge Gesù a guarire i malati e poi a saziare la folla affamata.</div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Stupisce l'insistenza con cui Matteo presenta Gesù come il medico che risana i malati. Sta in questa attività una delle caratteristiche inconfondibili del Messia.<b><u> A Lui sta a cuore tutto l'uomo, l'integrità totale della persona</u></b>. Egli sa che la malattia tende a isolare le persone dalla vita sociale. Guarendo i malati intende reintegrarli pienamente nella società.</div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Nella concatenazione dinamica di questi tre momenti – <u style="box-sizing: border-box;">sguardo, compassione, intervento concreto</u> – Gesù si rivela come il Messia misericordioso che si lascia catturare e calamitare da ogni forma di sofferenza che incontra. In tal modo rivela anche il vero volto di Dio quale "<u style="box-sizing: border-box;">Padre misericordioso</u>", che si prende a cuore ogni forma di miseria.</div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Tale sequenza di tre momenti, però, Gesù non la esaurisce in se stesso. Vuole invece innescare una reazione a catena. Vuole contagiarci il suo sguardo di "compassione" coinvolgendoci: <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"Date loro voi stessi da mangiare".</i></b> Come i discepoli, noi faremmo notare la sproporzione tra l'insufficienza, la scarsità dei mezzi a nostra disposizione e le necessità smisurate a cui occorre fare fronte: <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"Non abbiamo che cinque pani e due pesci":</i></b> Non possiamo farci nulla. Quindi suggeriamo che la gente "si arrangi". Ma la parola "impossibile" non esiste nel vocabolario di Gesù. Il suo comando è perentorio e non dà adito a scappatoie: <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"Date loro voi stessi da mangiare".</i></b> Il seguito del racconto mostra che Gesù non opera magicamente, non parte da zero. Ha bisogno che qualcuno metta a disposizione quel poco che ha. Ha bisogno che qualcuno quel giorno rischi di saltare il pranzo perché condivide. Il primo miracolo sta proprio nel sapere condividere. Un gesto che dà il via libera a Gesù: quel "poco" condiviso gli consente di sfamare una moltitudine. <i style="box-sizing: border-box;">"È il miracolo della carità, che vede coinvolti Gesù e i suoi discepoli nel servizio alla gente che ha fame"</i> (ETC1). Il pane spezzato e condiviso non si esaurisce, ma in mano a Gesù si moltiplica, saziando un numero sterminato di persone.</div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Questo miracolo, che è il più documentato nella tradizione evangelica (viene riportato sei volte), ci mostra <u style="box-sizing: border-box;">chi è Gesù: <b style="box-sizing: border-box;">è il Messia</b> che al suo popolo offre un banchetto durante il suo cammino</u>, come già Dio aveva nutrito Israele nel deserto. Gesù compie le promesse dei profeti, che avevano raffigurato il Regno di Dio con l'immagine di un banchetto festivo e abbondante (Is 55, 1-3: I lettura. Cfr.pure Is 25, 6-10). <b><u>Gesù è l'unico che può saziare l'uomo completamente e in misura sovrabbondante.</u></b></div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Egli, però, compiendo questo miracolo non intende soltanto sfamare la folla, ma anche e soprattutto vuole creare e consolidare la comunione. In effetti, Gesù non vuole che la gente si disperda. Così proponevano i discepoli, nel loro tentativo di disimpegno: <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"congeda la folla".</i></b> Ma vuole mantenerla unita. Subito dopo, col miracolo dei pani mostrerà di essere il pastore di questo gregge. Il pastore vero che raccoglie nell'unità una folla dispersa, le prepara un banchetto, la riunisce intorno a sé trasformandola in una grande comunità conviviale, dove tutti, senza discriminazioni e differenze sociali, godono la libertà di stare insieme, di far festa, di vivere nella comunione con Dio e tra di loro.</div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
È il significato <b style="box-sizing: border-box;"><u style="box-sizing: border-box;">ecclesiale</u></b> del miracolo: Gesù circondato dai Dodici, che distribuiscono i suoi doni alla folla <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">"seduta"</i></b> sull'erba (propriamente "sdraiata": posizione che era consentita durante la mensa soltanto ai signori e agli uomini liberi). Ecco un'immagine viva della Chiesa, che Gesù vuole raccolta insieme come una sola famiglia. La Chiesa dove i Dodici (e i loro successori) continuano a distribuire la Parola e l'Eucaristia. Si pensi ai dodici canestri di pezzi avanzati: simbolo di una ricchezza inesauribile a cui attingeranno i cristiani di tutti i tempi.</div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Il racconto ha anche, appunto, un chiaro <u style="box-sizing: border-box;">significato eucaristico</u>: la successione dei gesti che Gesù compie <b style="box-sizing: border-box;"><i style="box-sizing: border-box;">("prese i cinque pani...pronunziò la benedizione...spezzò i pani e li diede ai discepoli")</i></b> è la stessa che ritroviamo nell'ultima cena.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
I cristiani si sentono chiamati a riscrivere oggi questa pagina di Vangelo, rivivendo la medesima esperienza:</div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
- Lasciano che Gesù con la sua Parola e l'Eucaristia li nutra e li sostenga nel cammino, stringendoli sempre più nella comunione con Lui e tra di loro.</div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
- Il "poco" che hanno e che sono (vita, tempo, qualità, beni, sofferenze) lo mettono a disposizione di Gesù perché Egli operi il miracolo della comunione e della festa. Così il Signore continua a spezzare il pane della Parola, dell'Eucaristia e della Carità attraverso il loro impegno nei diversi ambiti dell'educazione alla fede, della celebrazione liturgica e del servizio ai bisognosi.<br style="box-sizing: border-box;" />-</div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
La "compassione" di Gesù, riflesso della misericordia del Padre, non verrà mai meno. È la certezza che vibra nel testo della lettera ai Romani (8,35-39: II lettura). La speranza cristiana, che attende la salvezza definitiva, ha un fondamento solidissimo: l'amore di Dio che si è fatto visibile in Gesù. <i style="box-sizing: border-box;">"Chi ci separerà dall'amore di Cristo?...Nessuna creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore".</i> Paolo è sicuro che nulla e nessuno potrà mai strapparci all'abbraccio tenerissimo di Cristo e di Dio. È sicuro che il Padre e Gesù ci ameranno sempre in modo efficace. Ogni domenica l'Eucaristia è il momento in cui ci è dato di sperimentarlo in modo sempre nuovo e coinvolgente. Non si può non sottoscrivere l'affermazione: <i style="box-sizing: border-box;">"Nel giorno del giudizio preferirò essere giudicato da Cristo che da mia madre"</i>(Faber).</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
<b style="box-sizing: border-box;">Lo spezzare insieme ogni domenica il pane eucaristico, il condividere il pane della vita che è Cristo, ci stimola e ci sostiene nell'amore concreto ai fratelli in una stile di solidarietà e condivisione?</b></div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Invitandoci a guardare con misericordia i "popoli della fame", Gesù ci ripete: <i style="box-sizing: border-box;">"Date loro voi stessi da mangiare"</i>.</div>
<div class="commento_testo_spaziato" style="box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 28px;">
Davanti a ogni persona ascolterò Gesù che mi dice: "Dalle da mangiare".</div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<b style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: arial; font-size: 13px; text-align: start;"></b></div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
<b style="box-sizing: border-box;">Siccome ogni persona ha fame di amore, in definitiva Gesù mi dice: "Amala!"</b></div>
<div class="commento_testo" style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-family: 'Open Sans', Arial; font-size: 16px; line-height: 1.5em; margin-top: 15px;">
Di Mons. Ilvo Corniglia</div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-24614765451330047372015-06-06T13:22:00.001-07:002015-06-06T13:23:34.805-07:00PRIMA DOMENICA DOPO LA PENTECOSTE (07.06.2015)<div class="gen" id="content-area-ceaslov-header" style="color: #ae0606; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 20px; line-height: 28px; margin: 23px auto; padding-top: 15px; text-align: center; width: 400px;">
Ev. Matei 10, 32-33; 37-38; 19, 27-30</div>
<div id="content-area-ceaslov-content" style="color: #333333; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 16px; line-height: 21px; min-height: 272px; padding: 0px 40px 1px 80px; text-align: justify;">
<div class="node node-type-evanghelie" id="node-25768">
<div class="node-inner">
<div class="content">
<div class="content-text-resize">
<div id="articoltab" style="line-height: 23px; padding-right: 15px; padding-top: 20px;">
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
Zis-a Domnul către ucenicii Săi: pentru cel care va mărturisi pentru Mine înaintea oamenilor, voi mărturisi şi Eu pentru el înaintea Tatălui Meu, care este în ceruri. Iar de cel care se va lepăda de Mine înaintea oamenilor, şi Eu Mă voi lepăda de el înaintea Tatălui Meu, care este în ceruri.</div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
Cel ce iubeşte pe tată ori pe mamă mai mult, decât pe Mine, nu este vrednic de Mine. Cel ce iubeşte pe fiu ori pe fiică mai mult, decât pe Mine, nu este vrednic de Mine. Şi cine nu-şi va lua crucea sa şi nu va veni după Mine, acela nu este vrednic de Mine.</div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
Atunci, răspunzând, Petru a zis către Dânsul: iată noi am lăsat toate şi am urmat Ţie; oare, ce vom avea noi? Iar Iisus a zis către ei: adevărat vă spun vouă că voi, cei care M-aţi urmat pe Mine, la naşterea din nou a lumii, când va şedea Fiul Omului pe scaunul slavei Sale, veţi şedea şi voi pe douăsprezece scaune, judecând cele douăsprezece seminţii ale lui Israel. Şi oricine a lăsat case, sau fraţi, sau surori, sau tată, sau mamă, sau femeie, sau feciori, sau ţarini pentru numele Meu, însutit va lua înapoi şi viaţa veşnică va moşteni. Dar mulţi din cei dintâi vor fi pe urmă, şi din cei de pe urmă vor fi întâi.</div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
<br /></div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
Mt. 10,32-33; 37-38; 19,27-30</div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; font-size: small; line-height: normal;"><b> </b>Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.</span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; font-size: small; line-height: normal;">Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.</span><b style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal;"><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';">[</span></b><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; font-size: small; line-height: normal;">Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele.<b>[</b>Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. </span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; font-size: small; line-height: normal;">Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».</span></div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; font-size: small; line-height: normal;">Commento</span></div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; font-size: small; line-height: normal;"> Nella prima parte del Vangelo di questa Domenica siamo richiamati a meditare sul valore della testimonianza. Perché il cristianesimo di oggi è così stanco, senza vigore e spesso anche senza credibilità? Perché manca la testimonianza credibile di coloro che si chiamano cristiani. Ciò che facciamo nella nostra vita deve essere ispirato dalla Parola di Cristo e del suo insegnamento. Lo so, direte, non è mica facile. Chi l'ha detto che lo sia? Ma credo che Colui, che ci ha chiamato per seguirlo, ci darà anche la forza per farlo. E Lui mantiene sempre la sua promessa. Questa è la nostra forza. In secondo luogo, Gesù ci chiede di mettere Lui al primo posto. Certo, lo sappiamo, dov'è il nostro tesoro, là sarà anche il nostro cuore. Domandiamoci: quale è il posto che diamo a Dio rivelatosi nella persona di Gesù nella nostra vita? Gli apostoli si aspettavano chissà quale ricompensa per il fatto che avevano seguito Gesù, e invece lui - quasi li delude - promettendo loro la vita eterna. E già, la VITA ETERNA. Cioè la vita senza fine, la vita piena di Dio, alimentata continuamente della sua presenza calda e avvolgente piena di amore che si dona. Non è forse l'esperienza che fa ognuno di noi quando è innamorato, quando si sente perdersi nell'altro, quando sente che l'altro (o l'altra) rappresenta tutto per se? Ebbene sappiamo che questa esperienza, prima o poi, finirà, come tutte le realtà di questo mondo. Questo lo dico, non per disprezzarlo, ma per mettere in evidenza quanto più di questo amore terreno, è l'amore di Dio e il suo richiamo alla vita eterna rivolto a ciascuno di noi. Crediamo noi a questo amore di Dio? In terzo luogo Gesù ci vuol aiutare a pensare e ad agire secondo il pensiero di Dio. Noi consideriamo i primi quelli che hanno posti di rilievo nella società, quelli che sono più conosciuti, che hanno più soldi e più potere. E invece agli occhi di Dio le cose non stanno proprio così. Anzi, stanno proprio al contrario. Gli ultimi, i poveri, i disgraziati, sono i primi considerati da Dio, perché loro nella loro sofferenza si rendono conto che la loro vita dipende da un altro, da Dio, e quindi si rivolgono con umiltà a Lui che tutto può, per avere il suo aiuto. E quindi gli ultimi saranno i primi nel Regno di Dio, cioè cresceranno di più nella fiducia e nell'affidamento a Dio per la realizzazione della propria vocazione.</span></div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
P. Iosif</div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua'; font-size: small; line-height: normal;"><br /></span></div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-14114102675005316952015-05-23T12:57:00.001-07:002015-05-23T12:57:14.184-07:00LA SETTIMA DOMENICA DOPO PASQUA (24.05.2015) <b>Il Vangelo della Domenica:</b><br />
<b><br /></b>
<b> Gv 17,1-13 :</b><br />
<h4 align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="font-family: 'Book Antiqua';"><span style="color: red;">La preghiera di Gesù<o:p></o:p></span></span></h4>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><b> </b>Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.<o:p></o:p></span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><b> </b>Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.<o:p></o:p></span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><b> </b>Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. </span></div>
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<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><br /></span></div>
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<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><br /></span></div>
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<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> Commento</span></div>
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<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><br /></span></div>
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<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> Gesù sa che la sua missione sta per arrivare al termine e prega il Padre per i suoi discepoli.<b> Prega per loro perché possano continuare ad annunciare la buona notizia dell'amore di Dio per gli uomini. </b>E ripete spesso le parole:<b> la vita eterna.</b> Cioè la vita senza fine, per sempre. Non sono le stesse parole che pronunciano gli innamorati reciprocamente? Non è forse il desiderio più profondo del cuore di ogni uomo che viene a questo mondo? Dietro tutte le cose che viviamo, facciamo e diciamo non si nascondono forse queste parole come corollario ultimo e definitivo di una vita che cerca un senso da dare al tutto? </span></div>
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<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> La vita eterna è questa: che conoscano te e il tuo Figlio, che Tu hai mandato. Conoscere Dio è una vera tentazione per l'uomo. Tutti i filosofi dell'antichità cercavano il principio ordinatore di tutte le cose e ognuno diceva la sua. A noi ci viene proposto Gesù come il Rivelatore del Padre. Se vogliamo conoscere il Padre dobbiamo conoscere Gesù. Ma non per sentito dire, ma esistenzialmente, cioè avere con Lui un rapporto ravvicinato come con un amico. Anche se Lui è ben di più. Strumenti per conoscere Lui ce ne sono forse anche troppi, ma la conoscenza vera Sua si fa attraverso la preghiera. Nella preghiera lo Spirito di Gesù ci rivela chi è Lui per noi, quale è la sua volontà e come dobbiamo essere noi nei confronti degli altri. Solo che c'è un piccolo problema: abbiamo noi tempo per pregare? Il ritmo della vita di oggi con i suoi tempi ci pressa, ci stressa e ci svuota di ogni desiderio di spiritualità. Stiamo diventando macchine senza accorgerci. Forse è proprio ciò che vuole il capitalismo selvaggio guidato la lupi rapaci sempre in cerca della preda per divorarla. Non lasciamoci divorare e diamoci del tempo per la ricerca di Dio nella preghiera. E lì, nel più profondo della tua anima che lo puoi incontrare e dirgli che lo ami e che lo vuoi servire nei tuoi fratelli. D'altra parte ci siamo mai chiesti come avvengono i miracoli delle conversioni? Sono proprio il frutto di un tocco di Grazia, di incontro con Colui che tutto può, che trasforma l'uomo dal di dentro.</span></div>
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<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> </span><span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';">Gesù manda i suoi a far conoscere agli altri il suoi messaggio. Credo che sia la missione più alta e più nobile che un essere umano può ricevere in questa vita! Il problema è un altro: prima di farlo conoscere agli altri, questo messaggio di Gesù, lo devi vivere tu, in prima persona. E qui casca l'asino. Certo , senza l'assistenza dello Spirito Santo nessuno di noi sarebbe degno e capace di vivere ciò che annuncia agli altri. Assistiamo oggi ad una grande carenza di vocazioni all'annuncio e quelli che sono gli apostoli, spesso sono stanchi, demotivati, scoraggiati. Stiammoli accanto e preghiamo per loro! Da soli non ce la possono fare, ma aiutati dallo Spirito e da noi, di sicuro si.</span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> Gesù prega per l'unità dei suoi discepoli. Essere uniti è una grazia, ma anche un impegno personale, in base al quale si mettono insieme le cose che uniscono e si tralasciano quelle che dividono. Assistiamo oggi ad un'infinità di chiese. Perché? Per la durezza del cuore dell'uomo e per la sua sete di potere, dimenticando che il mandato di Gesù è un mandato di servizio. Questo le varie gerarchie non devono mai dimenticare. Servire vuol dire mettersi a disposizione, essere a portata di mano gratuitamente e soprattutto non spadroneggiare sulle persone che si incontrano durante il proprio ministero. Quante ne ho viste durante la mia povera esperienza. Si incontra di tutto, tranne il servizio. C'è bisogno di un recupero di credibilità da parte della gerarchia della chiesa e questo non può avvenire senza un profondo radicamento in Cristo e il suo vangelo. Purtroppo non c'è altra via. Molti vorrebbero le scorciatoie perché più comode e facili, ma queste sono false piste. </span></div>
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<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> Invochiamo lo Spirito di Gesù Risorto che ispiri i suoi apostoli di oggi ad essere fedeli al proprio mandato, trasparenti e cristallini come uno specchio, perché attraverso di loro Gesù possa guarire i cuori degli uomini di oggi, spesso feriti dal peccato e dall'indifferenza nei confronti dei valori veri, autentici, quelli che ci accompagneranno sempre verso la vita senza fine, la vita con Dio.</span></div>
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<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"><br /></span></div>
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<span style="color: maroon; font-family: 'Book Antiqua';"> P. Iosif</span></div>
<b><br /></b>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-39489419735998472222015-04-26T00:21:00.001-07:002015-04-26T00:21:02.106-07:00IL VANGELO DELLA DOMENICA (26/04/2015)<div class="gen" id="content-area-ceaslov-header" style="color: #ae0606; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 20px; line-height: 28px; margin: 23px auto; padding-top: 15px; text-align: center; width: 400px;">
Ev. Marcu 15, 43-47; 16, 1-8</div>
<div id="content-area-ceaslov-content" style="color: #333333; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 16px; line-height: 21px; min-height: 272px; padding: 0px 40px 1px 80px; text-align: justify;">
<div class="node node-type-evanghelie" id="node-25773">
<div class="node-inner">
<div class="content">
<div class="content-text-resize">
<div id="articoltab" style="line-height: 23px; padding-right: 15px; padding-top: 20px;">
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
În vremea aceea a venit Iosif cel din Arimateea, sfetnic cu bun nume, care aştepta şi el împărăţia lui Dumnezeu, şi, îndrăznind, a intrat la Pilat şi a cerut trupul lui Iisus. Iar Pilat s-a mirat că Iisus a murit aşa curând; şi chemând pe sutaş l-a întrebat dacă a murit de mult; şi aflând de la sutaş, Pilat a dăruit lui Iosif trupul mort. Atunci Iosif, cumpărând giulgiu de in şi pogorând pe Iisus de pe cruce, L-a înfăşurat în giulgiu şi L-a pus într-un mormânt care era săpat în stâncă. Apoi a prăvălit o piatră la uşa mormântului. Iar Maria Magdalena şi Maria lui Iosie priveau unde L-au pus. Iar după ce a trecut ziua sâmbetei, Maria Magdalena şi Maria mama lui Iacob şi Salomeea au cumpărat miresme, ca să meargă să ungă trupul lui Iisus. Şi dis-de-dimineaţă, în prima zi a săptămânii, pe când răsărea soarele, au venit la mormânt zicând una către alta: cine ne va prăvăli nouă piatra de la uşa mormântului? Dar, ridicându-şi ochii, au văzut că piatra, care era foarte mare, fusese răsturnată. Şi intrând în mormânt au văzut un tânăr, şezând în partea dreaptă, îmbrăcat în veşmânt alb şi s-au spăimântat. El însă le-a zis: Nu vă spăimântaţi! Căutaţi pe Iisus Nazarineanul cel răstignit? A înviat; nu este aici; iată locul unde-L puseseră. Ci duceţi-vă de spuneţi ucenicilor Lui şi lui Petru, că El merge în Galileea mai înainte de voi. Acolo îl veţi vedea, după cum v-a spus vouă. Dar ele, ieşind din mormânt, au fugit de acolo, căci erau cuprinse de cutremur şi de spaimă, şi n-au spus nimănui nimic, căci se temeau.</div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
Comentariu</div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
In acest fragment evanghelic putem urmari cum respectarea Traditiei umane este "dereglata" de interventia lui Dumnezeu care isi urmeaza planul sau de mantuire a omului. Femeile merg la mormant sa vada corpul lui Isus. Ele sunt concrete. Nu viseaza, nu construiesc castele de nisip stiind ca acestea se darama intr-o clipa, ci raman ancorate in real, vor sa vada. Insa aceasta dorinta de a vedea, de a face experienta concreta este transformata de intalnirea cu ingerii. Orice intalnire transforma: in bine sau in rau. Este cred, si experienta fiecaruia dintre noi: dupa ce te-ai intalnit cu cineva, a avut loc o schimbare in tine. Ai avut o informatie in plus, un sentiment s-a miscat in interiorul tau. Nu mai esti cel dinainte. Asa si femeile care-l cautau pe Isus. Sunt cuprinse de teama. In fata unui eveniment iesit din comun cine dintre noi nu s-ar fi inspaimantat? Si spaima inspira fuga. Fuga de ceva considerat ca un pericol pentru integritatea noastra. Va fi necesar de interventia lui Isus inviat pentru a reda seninatate apostolilor si acestor femei , prin aparitiile sale. Din nou este experienta reala a acestora, care incurajeaza si da incredere oamenilor inspirandu-i sa anunte si altora bucuria intalnirii cu Cristos. </div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
Sa invocam darurile Duhului Sfant pentru a face si noi experienta intalnirii cu cel Inviat din morti, pentru a devenit vestitori ai vietii celei noi: viata in Cristos si cu Cristos orientata spre bucuria vesnica care ne asteapta pe toti.</div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
<br /></div>
<div class="rtejustify" style="margin-bottom: 1.3em; margin-top: 1.3em;">
Pr. Iosif</div>
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<div class="clear-both" style="clear: both;">
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chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-36376274394635142232015-04-11T12:19:00.004-07:002015-04-11T12:19:59.679-07:00MESAJ DE INVIEREA DOMNULUI<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px;">
Scrisoare pastorală la Sărbătoarea Învierii Domnului nostru Iisus Hristos.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px;">
<br /></div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Învierea Domnului, pe care o retrăim în fiecare an ca eveniment unic, a fost asociată întotdeauna cu lumina. De aceea Paştele este sărbătoarea luminii, iar în perioada ce urmează, până la Înălţare, se vorbeşte tot mai mult despre lumina necreată ce izvorăşte din mormântul lui Hristos. Suntem chemaţi să primim lumină şi suntem îndemnaţi să prăznuim această sărbătoare a luminii, făcându-ne, în acelaşi timp, purtători de lumină. De aceea, în această noapte transformată în zi, veşmântul luminii pascale îmbracă întreg Universul, ca semn al biruinţei vieţii asupra morţii, aşa cum se cântă la slujba din noaptea Învierii şi în toată perioada care urmează până la Înălţare: “Acum toate s-au umplut de lumină: şi cerul, şi pământul, şi cele dedesubt”.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Iubitului nostru cler, cinului monahal şi tuturor dreptmăritorilor creştini din această de Dumnezeu păzită şi binecuvântată eparhie, har, milă şi pace de la Îndurătorul Dumnezeu, iar de la noi părintească dragoste!</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Iubiţii mei fii duhovniceşti, Hristos a înviat!</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
În noaptea de Paşti, credincioşii ortodocşi, potrivit tradiţiei statornicite de veacuri, se adună în lăcaşurile de închinare, purtând în mâini felurite lumânări şi aşteaptă tăcuţi ca ceasornicul care măsoară timpul curgător spre veşnicie să marcheze miezul nopţii.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Momentul cel mai aşteptat este cel în care preotul slujitor, după ce aprinde lumânarea sa din candela nestinsă ce se află pe Sfânta Masă – simbol al mormântului lui Hristos -, iese în faţa Sfântului Altar şi străpunge întunericul din biserica înţesată de credincioşi zicând: “Veniţi de luaţi lumină!” Credincioşii, rând pe rând, aprind făcliile lor din cea a preotului, apoi unii de la alţii, încât, după câteva minute, o mare de lumină inundă întreg sfântul lăcaş, risipind întunericul, iar feţele tuturor se scaldă în lumina suavă a lumânării pascale. În melosul cântării “Învierea Ta, Hristoase Dumnezeule, îngerii o laudă în ceruri, şi pe noi pe pământ ne învredniceşte cu inimă curată să Te slăvim”, clerul şi credincioşii ies din biserică până la locul unde trebuie să proclame Învierea Domnului. De fapt, din punct de vedere liturgic, se începe slujba Utreniei cu o binecuvântare doxologică specială: “Slavă sfintei Celei de o fiinţă şi de viaţă făcătoarei şi nedespărţitei Treimi, totdeauna acum şi pururea şi în vecii vecilor”. Apoi, mulţimea credincioşilor intonează cântarea cea mai simplă şi arhicunoscută, dar, în acelaşi timp, cea mai plină de densitate duhovnicească: “Hristos a înviat din morţi, cu moartea pe moarte călcând şi celor din morminte viaţă dăruindu-le”. Reverberaţiile cântului pascal, împreună cu lumina lină a făcliilor aprinse, se împletesc şi se propagă în universul infinit, pentru a face joncţiune cu acel sunet primordial al creaţiei când, în întunericul vidului non-existenţial, s-a auzit vocea Unicului Dumnezeu, Celui necauzat şi veşnic: “Să fie lumină!” (Facerea, 1.3). Aşadar, slujba învierii se săvârşeşte în afara spaţiului cultic, arătând prin aceasta că întreaga comunitate ecleziastică este integrată în universul lui Dumnezeu şi este acoperită de mantia luminii care s-a propagat dintru început în nonexistenţă, când Cuvântul, adică Verbul creator, a fost auzit şi s-au făcut toate după felul lor (cf. Ioan, 1, 3). Lumina aceasta necreată, apoi împărtăşită creaturilor, cu Duhul lui Dumnezeu ce Se purta odinioară pe deasupra oceanului infinit, s-a odihnit în Cuvântul lui Dumnezeu, care, “la plinirea vremii, S-a făcut trup şi S-a sălăşluit întru noi, şi am văzut slava Lui, slavă ca a Unuia-născut din Tatăl, plin de har şi de adevăr” (Ioan 1,14). Acest Cuvânt s-a prezentat lumii ca fiind Lumina tuturor celor care vin în lume ca fiinţe psiho-somatice, conştiente: “Eu sunt lumina lumii; Cel care Îmi urmează Mie nu va umbla întru întuneric, ci va avea lumina vieţii” (Ioan 8, 12).</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Prin urmare, Învierea Domnului, pe care o retrăim în fiecare an ca eveniment unic, a fost asociată întotdeauna cu lumina. De aceea Paştele este sărbătoarea luminii, iar în perioada ce urmează, până la Înălţare, se vorbeşte tot mai mult despre lumina necreată ce izvorăşte din mormântul lui Hristos. Suntem chemaţi să primim lumină şi suntem îndemnaţi să prăznuim această sărbătoare a luminii, făcându-ne, în acelaşi timp, purtători de lumină. De aceea, în această noapte transformată în zi, veşmântul luminii pascale îmbracă întreg Universul, ca semn al biruinţei vieţii asupra morţii, aşa cum se cântă la slujba din noaptea Învierii şi în toată perioada care urmează până la Înălţare: “Acum toate s-au umplut de lumină: şi cerul, şi pământul, şi cele dedesubt”.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Dumnezeu, “Părintele luminilor”, este spirit îmbrăcat în veşmântul luminii, a Cărui lumină se regăseşte şi în persoana Fiului Său, Care este lumină din lumina Tatălui şi Care, prin lucrarea Duhului, împărtăşeşte şi învăluie în lumină şi bucurie pe cei care se apropie cu evlavie de El, transfigurând chipurile lor în lumini spre luminarea tuturor.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Iubiţi fraţi şi surori în Hristos Domnul,</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Perioada Postului Mare, care tocmai s-a încheiat, a fost un timp al curăţirii fiinţei noastre întregi, prin mărturisirea păcatelor şi unirea cu Hristos euharistic. Postul şi rugăciunea fac sufletul curat şi chipul luminos, adună mintea şi concentrează fiinţa creştinului, făcându-l pelerin spre înviere. Astfel, în perioada postului, am adunat multă lumină în suflet, pe care am cules-o din trăirea liturgică a slujbelor, din citirea Evangheliei şi primirea Tainelor, luminându-ne şi adăpându-ne existenţa cu harul divin.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Pentru întâlnirea cu Hristos înviat am urcat treptele postului, îmbrăcându-ne în veşmântul luminos al prezenţei Lui, am cinstit icoana vie a nevăzutului Dumnezeu, am experiat vederea luminii necreate a Împărăţiei cerurilor, aşa cum susţin cugetările Sfântului Grigorie Palama, ne-am odihnit la umbra crucii, pentru a gusta din fructul jertfirii de sine, corectând, astfel, neascultarea lui Adam şi asumându-ne crucea personală, am urcat, apoi, cele treizeci de trepte ale desăvârşirii, învăţând rigoarea despătimirii şi împlinirea virtuţilor, precum şi că efortul ascetic de a întâlni pe Dumnezeu este infinit, apoi am înţeles rolul pocăinţei şi valoarea regăsirii de sine în vederea câştigării plenitudinii fiinţei noastre.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Astfel, duminicile Postului Mare ne-au vorbit despre necesitatea urcuşului duhovnicesc, pregătindu-ne pentru a simţi aprinderea luminii Învierii în sufletele noastre. Toată această perioadă a fost, pentru cei mai mulţi dintre noi, o călătorie duhovnicească spre Sărbătoarea Sărbătorilor, ce nu este doar o comemorare a unui eveniment, întâmplat acum două mii de ani, ci este noaptea “mai luminoasă decât ziua”, în care Hristos înviază biruind moartea, noaptea în care ne umplem de lumina prezenţei lui Hristos preaslăvit, cu trupul scăldat în lumina neînserată, noaptea în care suntem chemaţi să devenim lumină a lumii şi lumini spre luminarea acestui veac atât de încercat de întunericul intoleranţei, indiferentismului şi ignoranţei.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
De asemenea, cadrul liturgic specific acestei perioade, ce are ca centru sărbătoarea Învierii, ne ajută să înţelegem importanţa schimbării noastre lăuntrice şi vieţuirea ca făptură nouă. De altfel, întreaga succesiune a sărbătorilor din calendar gravitează în jurul Paştelui, transformând anul liturgic într-un pelerinaj spre Înviere. Dacă în Biserica primară, în această perioadă liturgică, neofiţii se pregăteau prin post pentru primirea botezului, astăzi, Postul Mare este un prilej de adâncă meditaţie duhovnicească la propriul botez, în încercarea de a recâştiga lumina curăţiei iniţiale a fiinţei noastre.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Învierea lui Hristos înseamnă sfărâmarea iadului, omorârea morţii şi începutul unei vieţi noi, de o altă calitate, o viaţă transfigurată ce se deschide veşniciei. Prin actul Botezului, noi interiorizăm moartea şi învierea Domnului, care au puterea de a ne schimba modul de înţelegere a realităţii lumii în care trăim, făcând din tragedia tragediilor, din moarte, o trecere spre împărăţia cerurilor, un fenomen secundar ce anticipează veşnicia.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Încordarea duhovnicească ce adună lumină în interiorul făpturii noastre are darul de a ne face transparentă fiinţa în care se poate contempla prezenţa lucrătoare a lui Hristos. Astfel, învierea Domnului este paradigma înţelegerii vieţii ca mediu al trăirii bucuriei prezenţei lui Dumnezeu în noi. Tot efortul duhovnicesc de iluminare a sufletului, pe care l-am depus în această perioadă de timp, se regăseşte, în chip simbolic, în noaptea Sfintelor Paşti, în întreitul îndemn al preotului care ne cheamă să primim lumină din lumina neapusă a lui Hristos, să ne aprindem fiinţa de prezenţa focului dumnezeiesc care arde întinăciunea din făptura noastră şi ne transfigurează în rug aprins, plini de prezenţa slavei lui Dumnezeu.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Iubiţi fii şi fiice duhovniceşti,</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Fericitul Augustin a sesizat că în viaţa fiecăruia dintre noi nimic nu este întâmplător, ci totul este har, totul este providenţă! Lumea văzută şi nevăzută nu poate fi produsul hazardului. Însuşi Hristos a precizat că niciun fir de păr nu cade din capul nostru fără ştirea lui Dumnezeu (Luca, 21.18). Consider că şi pentru smerenia mea, nu întâmplător a rânduit Dumnezeu ca întâiul cuvânt pastoral adresat clerului şi credincioşilor, în calitatea de arhipăstor al acestei binecuvântate eparhii, să fie cel pentru Înviere. De aceea, în contextul acestui praznic luminat al Paştelui, vă îndemn părinteşte să veniţi să luaţi lumină din lumina lui Hristos şi să duceţi această lumină în mijlocul lumii, pentru că şi “Voi sunteţi lumina lumii”. Fiţi purtătorii acestei lumini şi nu “o puneţi sub obroc, ci în sfeşnic ca să lumineze tuturor celor din casă! Faceţi-vă fii ai luminii şi aşa să lumineze lumina voastră înaintea oamenilor, încât ei să vadă faptele voastre cele bune şi să slăvească pe Tatăl vostru cel din ceruri” (cf. Matei, 5, 14-16). Prin urmare, luaţi din lumina lui Hristos şi aşezaţi-o mai întâi în inimile voastre, pentru ca la lumina aceasta să puteţi vedea şi curăţa negura păcatelor care s-a aşezat în cămara propriilor suflete! Apoi invitaţi pe Hristos înviat să lucreze cu voi şi în voi! Faceţi viaţa voastră conformă cu viaţa Lui! Şi atunci, iluminaţi de Hristos, mergeţi ca şi apostolii în mijlocul lumii şi povestiţi cât bine v-a făcut Dumnezeu de când aţi acceptat să vă desfăşuraţi viaţa întru lumina Lui. Lăsaţi pe copiii voştri să vină la Hristos, nu-i opriţi, ca să se deprindă cu învăţătura Lui plină de lumină şi înţelepciune! Ştiţi cu toţii că tinerii sunt bogăţia cea mai importantă a unui neam. Aveţi grijă de ei şi nu-i lăsaţi pradă indiferentismului şi educaţiei îndoielnice!</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Folosesc prilejul sărbătorilor pascale pentru a mulţumi încă o dată tuturor acelora care au optat pentru menţinerea orei de religie în învăţământul primar şi gimnazial, părinţilor, profesorilor de religie, inspectorilor şcolari şi directorilor, rugând pe Hristos înviat să binecuvânteze pe toţi, iar copiilor să le lumineze sufletele şi minţile spre dobândirea învăţăturilor folositoare, pentru formarea lor ca fii de nădejde ai Bisericii şi ai neamului.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Vă reamintim că anul acesta, Sfântul Sinod a hotărât să fie Anul omagial al misiunii şi al evocării personalităţilor bisericeşti care au marcat viaţa bisericii noastre de-a lungul veacurilor. În acest context am stabilit ca, prin Centrul eparhial, să organizăm o serie de manifestări cultural-religioase menite a pune în lumină figurile emblematice ale Arhiepiscopiei Romanului şi Bacăului, ierarhi sau demnitari creştini ce au promovat de-a lungul veacurilor valorile spirituale şi culturale ale neamului nostru. Vă îndemn părinteşte ca şi voi, în parohiile de care aparţineţi, să faceţi la fel. Fiecare comunitate are în panteonul de suflet preoţi, duhovnici, dascăli, moşi şi strămoşi care au ştiut la vremea lor să adauge o piatră la edificiul sfânt al bisericii şi al valorilor ei. Pomenindu-i, intraţi în comuniune cu ei şi vă structuraţi identitatea voastră spirituală, identitatea noastră naţională în această lume plină de instabilitate şi din ce în ce mai secularizată.</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Pentru că 2015 este şi anul omagial al parohiei şi al mănăstirii, vă sfătuiesc să organizaţi pelerinaje la mănăstirile noastre româneşti şi să cinstiţi pe sfinţii români care s-au nevoit în ele. Acesta este un bun prilej de a se statornici legături trainice între comunităţi, pentru ajutorarea celor nevoiaşi sau pentru cunoaşterea şi promovarea obiceiurilor sănătoase care împodobesc sfânta noastră Ortodoxie. Iubiţi-vă unii pe alţii, căci aşa veţi plini legea lui Hristos! Lumina Lui să strălucească în sufletele voastre!</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Hristos a înviat!</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Adevărat a înviat!</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
Al vostru păstor şi pururea către Domnul rugător,</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
IOACHIM</div>
<div style="background-color: white; color: #141823; display: inline; font-family: helvetica, arial, 'lucida grande', sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.3199996948242px; margin-top: 6px;">
Arhiepiscopul Romanului şi Bacăului (Romania)</div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-39557202199121256972015-03-21T12:21:00.001-07:002015-03-21T12:21:05.348-07:00QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA (22 MARZO 2015)<table border="0" cellpadding="8" cellspacing="8" class="position_relative" style="font-family: Georgia, Garamond, Times, serif; position: relative; text-align: center; width: 800px;"><tbody>
<tr><td align="left" valign="top" width="470"><div class="tabberlive" style="margin-top: 1em;">
<div class="tabbertab " style="background: rgb(255, 251, 237); border-radius: 10px; border: 1px solid rgb(204, 204, 204); color: #112211; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; padding: 0px 15px 10px; text-align: justify; text-indent: 15px;" title="">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Dal Vangelo secondo Marco 10,32-45</b></span></div>
<div class="tabbertab " style="background: rgb(255, 251, 237); border-radius: 10px; border: 1px solid rgb(204, 204, 204); color: #112211; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; padding: 0px 15px 10px; text-align: justify;" title="">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 27.2000007629395px; text-indent: 15px;"><br /></span></div>
<div class="tabbertab " style="background: rgb(255, 251, 237); border-radius: 10px; border: 1px solid rgb(204, 204, 204); color: #112211; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; padding: 0px 15px 10px; text-align: justify;" title="">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 27.2000007629395px; text-indent: 15px;">Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che venivano dietro erano pieni di timore. Prendendo di nuovo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà».</span><br style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 27.2000007629395px; text-indent: 15px;" /><span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 27.2000007629395px; text-indent: 15px;"> E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».</span><br style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 27.2000007629395px; text-indent: 15px;" /><span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 27.2000007629395px; text-indent: 15px;"> All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per s</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 27.2000007629395px; text-indent: 15px;">ervire e dare la propria vita in riscatto per molti».</span></div>
<div class="tabbertab " style="background: rgb(255, 251, 237); border-radius: 10px; border: 1px solid rgb(204, 204, 204); color: #112211; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; padding: 0px 15px 10px; text-align: justify;" title="">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 27.2000007629395px; text-indent: 15px;"><br /></span></div>
<div class="tabbertab " style="background: rgb(255, 251, 237); border-radius: 10px; border: 1px solid rgb(204, 204, 204); color: #112211; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; padding: 0px 15px 10px; text-align: justify;" title="">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 27.2000007629395px; text-indent: 15px;">Commento</span></div>
<div class="tabbertab " style="background: rgb(255, 251, 237); border-radius: 10px; border: 1px solid rgb(204, 204, 204); color: #112211; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; padding: 0px 15px 10px; text-align: justify;" title="">
<span style="background-color: #e1ebf2; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', 'Trebuchet MS', Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.2000007629395px; text-align: start;"> Gesù prende in disparte i suoi discepoli perché deve preannunciare loro gli eventi futuri che riguardano la sua persona: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà». È più che evidente che Gesù parla della sua passione morte e risurrezione. Pare però che i dodici non capiscano e non vogliono intendere quel linguaggio, tant'è vero che due di loro, Giacomo e Giovanni, si accostano al maestro per chiedere qualcosa che non ha nulla a vedere con l'annuncio che egli ha appena fatto: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Tremendo contrasto! Viene da chiedersi come è possibile nutrire pensieri di gloria e aspirare ai primi posti mentre il maestro sta parlando di passione e di morte. Come è difficile per noi assimilare i pensieri di Dio, comprendere ed accettare i suoi progetti! Tuttavia Gesù non disattende la loro richiesta per quanto assurda possa sembrare, ma nella sua divina sapienza pone le condizioni inderogabili per raggiungere la vera grandezza e il posto che ci è riservato. «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Bere il calice amaro della sofferenza, essere disposti a subire il battesimo di sangue, cioè il martirio, seguire Cristo nella sua passione, queste sono le condizioni per poi sedere con Cristo nella sua gloria. Tutto ciò non ha però neanche la minima somiglianza con il potere umano e la gloria che sognano i due Apostoli ed è perciò anche ingiustificata l'invidia e lo sdegno che nasce nel cuore degli altri dieci. Anche loro hanno bisogno di una salutare istruzione che Gesù non manca di dare loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».<i><b> Questo è un messaggio che vale per tutti gli apostoli</b></i>, vale per tutta la chiesa, vale soprattutto per coloro che dovranno assumere compiti di guida e dovranno essere i primi nel popolo santo di Dio.</span></div>
<div class="tabbertab " style="background: rgb(255, 251, 237); border-radius: 10px; border: 1px solid rgb(204, 204, 204); color: #112211; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; padding: 0px 15px 10px; text-align: justify;" title="">
<span style="background-color: #e1ebf2; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', 'Trebuchet MS', Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.2000007629395px; text-align: start;"><b><i> Non il potere, ma il servizio dovrà essere il proposito costante da vivere nella chiesa di Dio.</i></b></span></div>
</div>
</td></tr>
<tr><td align="center" colspan="3" height="90" valign="middle"><div class="contenitore" style="clear: both; height: 32px; margin: 0px auto; width: 650px;">
<div class="divcentro" style="float: left; height: 42px; width: 566px;">
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</td></tr>
</tbody></table>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-22917804841961812992015-03-15T01:26:00.001-07:002015-03-15T01:26:06.532-07:00QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA (15.03.2015)<table align="center" border="0" cellpadding="8" cellspacing="8" class="position_relative" style="font-family: Georgia, Garamond, Times, serif; position: relative; width: 800px;"><tbody>
<tr><td align="center" colspan="3" height="90" valign="middle"><div class="contenitore" style="clear: both; height: 32px; margin: 0px auto; width: 650px;">
<div class="divcentro" style="float: left; height: 42px; width: 566px;">
<span class="datafestiva" style="color: red; font-size: 38px; text-shadow: rgb(102, 102, 102) 4px 4px 8px;"><i>Domenica 15 Marzo 2015</i></span></div>
<div class="divdx" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: url(http://www.calendariobizantino.it/themes/zois/images/button-right.gif); background-origin: initial; background-position: 0px 0px; background-repeat: no-repeat; background-size: initial; float: left; height: 32px; margin-top: 9px; width: 42px;">
<a href="http://www.calendariobizantino.it/calendario-4.1426460400.0.html" style="color: #003159; cursor: pointer; font-size: 1em; text-decoration: none;" title="16 Marzo 2015"> </a></div>
</div>
</td></tr>
<tr><td align="center" valign="top" width="190"><span class="showicon"><img alt="Domenica IV di Quaresima: San Giovanni Climaco" class="shadow" height="270" src="http://www.calendariobizantino.it/misc/calendario/icons/-21.jpg" style="-webkit-box-shadow: rgb(0, 0, 0) 0px 0px 10px; border: 4px solid rgb(102, 0, 0); box-shadow: rgb(0, 0, 0) 0px 0px 10px; position: relative;" title="La scala del paradiso
Origine: sito web - www.goarch.org" width="200" /></span><div style="margin-left: 20px; text-align: left;">
<br /><span class="titoli" style="color: #660000; font-size: 15px; font-variant: small-caps; font-weight: bold; margin-left: 15px;">Oggi ricorre anche:</span><ul id="listB" style="font-family: Ubuntu, serif; font-size: 0.8em; line-height: 1.2em; margin-left: 0px; margin-top: 3px;">
<li style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: url(http://www.calendariobizantino.it/themes/zois/images/bbr.gif); background-origin: initial; background-position: 0px 0px; background-repeat: no-repeat; background-size: initial; list-style-type: none; margin: 0px; padding-left: 12px;"><a href="http://www.calendariobizantino.it/calendario-4.1426407069.0.html" style="color: #003159; cursor: pointer; font-size: 1em; text-decoration: none;" title=" Visualizza in dettaglio: Sant'Agapio e compagni, martiri">Sant'Agapio e compagni, martiri</a></li>
</ul>
</div>
</td><td align="left" valign="top" width="470"><span class="titoli" style="color: #660000; font-size: 15px; font-variant: small-caps; font-weight: bold; margin-left: 15px;">Si fa memoria:</span><ul id="listA" style="color: #003159; font-family: Georgia; font-size: 1.1em; line-height: 1.5em; margin-top: 2px;">
<li style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: url(http://www.calendariobizantino.it/themes/zois/images/crocem.gif); background-origin: initial; background-position: 0px 4px; background-repeat: no-repeat; background-size: initial; list-style-type: none; margin: 0px; padding-left: 25px;">Domenica IV di Quaresima: San Giovanni Climaco </li>
</ul>
<div class="tabberlive" style="margin-top: 1em;">
<div class="tabbertab " style="background: rgb(255, 251, 237); border-radius: 10px; border: 1px solid rgb(204, 204, 204); color: #112211; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; padding: 0px 15px 10px; text-align: justify;" title="">
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
Nella quarta domenica dei digiuni della Grande Quaresima le Chiese di tradizione bizantina commemorano san Giovanni Climaco, monaco, asceta, esicasta, che visse nel VI secolo. La memoria di san Giovanni ricorre il 30 di marzo, ma essendo tale data sotto la Quaresima e non potendo nei giorni feriali celebrare la Divina Liturgia, vista la popolarità del santo ed il suo esempio di vita ascetica, modello da seguire nel periodo quaresimale, si è posta la sua festa nella domenica odierna.</div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
San Giovanni nacque verso il 575 in un luogo sconosciuto e la sua vita si sviluppò tra le montagne del Sinai e del Tabor, ove visse e raccontò le sue esperienze spirituali. Notizie su di lui sono riportate in un breve Bios scritto dal monaco Daniele del monastero di Raithu, dove si racconta che a sedici anni Giovanni, divenuto monaco sul monte Sinai, si fece discepolo dell’igumeno Martyrio.</div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
Verso i vent’anni, scelse di vivere da eremita in una grotta ai piedi del monte Sinai, nella località di Tola, a circa otto chilometri dall’attuale monastero di Santa Caterina. Ma la solitudine non gli impedì di incontrare persone desiderose di avere una guida spirituale, come anche di recarsi in visita ad alcuni monasteri presso Alessandria d'Egitto. Il suo ritiro eremitico, infatti, lungi dall’essere una fuga dal mondo e dalla realtà umana, sfociò in un amore ardente per gli altri e per Dio.</div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
Dopo quarant’anni di vita eremitica vissuta nell’amore per Dio e per il prossimo, anni durante i quali pianse, pregò, lottò contro i demoni, fu nominato igumeno del grande monastero del monte Sinai e ritornò così alla vita cenobitica, in monastero. Ma alcuni anni prima della morte, nostalgico della vita eremitica, passò al fratello Giorgio, monaco nello stesso monastero, la guida della comunità. Morì intorno al 649.</div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
Divenne famoso per l’opera <em>la Scala</em> (<em>klímax</em>), conosciuta in Occidente come <em>Scala del Paradiso</em>. Composta su insistente richiesta dell'Igumeno del monastero di Raithu la Scala è un trattato completo di vita spirituale, in cui Giovanni descrive il cammino del monaco dalla rinuncia al mondo fino alla perfezione dell’amore.</div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
<b>Dal Vangelo secondo Marco 9,13-31</b></div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
<span style="line-height: 27.2000007629395px;">In quel tempo uno della folla disse a Gesù: «</span><i style="line-height: 27.2000007629395px;">Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti</i><span style="line-height: 27.2000007629395px;">». Egli allora in risposta, disse loro: «</span><i style="line-height: 27.2000007629395px;">O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me</i><span style="line-height: 27.2000007629395px;">». E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando. Gesù interrogò il padre: «</span><i style="line-height: 27.2000007629395px;">Da quanto tempo gli accade questo?</i><span style="line-height: 27.2000007629395px;">». Ed egli rispose: «</span><i style="line-height: 27.2000007629395px;">Dall'infanzia; anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci</i><span style="line-height: 27.2000007629395px;">». Gesù gli disse: «</span><i style="line-height: 27.2000007629395px;">Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede</i><span style="line-height: 27.2000007629395px;">». Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «</span><i style="line-height: 27.2000007629395px;">Credo, aiutami nella mia incredulità</i><span style="line-height: 27.2000007629395px;">». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: «</span><i style="line-height: 27.2000007629395px;">Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui e non vi rientrare più</i><span style="line-height: 27.2000007629395px;">». E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «</span><i style="line-height: 27.2000007629395px;">È morto</i><span style="line-height: 27.2000007629395px;">». Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi.</span></div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
<span style="line-height: 27.2000007629395px;">Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: «</span><i style="line-height: 27.2000007629395px;">Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?</i><span style="line-height: 27.2000007629395px;">». Ed egli disse loro: «</span><i style="line-height: 27.2000007629395px;">Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera</i><span style="line-height: 27.2000007629395px;">».</span><br style="line-height: 27.2000007629395px;" /><span style="line-height: 27.2000007629395px;">Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «</span><i style="line-height: 27.2000007629395px;">Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà</i><span style="line-height: 27.2000007629395px;">».</span></div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
<span style="line-height: 27.2000007629395px;"><br /></span></div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
<span style="line-height: 27.2000007629395px;"> Commento</span></div>
<div style="font-family: Verdana, sans-serif; text-indent: 15px;">
<span style="line-height: 27.2000007629395px;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
Nella quarta domenica della Grande Quaresima, dedicata alla memoria di San Giovanni Climaco, leggiamo di uno dei miracoli di Cristo: la guarigione del ragazzo tormentato da uno spirito sordo e muto. Ci sono molti modi per comprendere questo passo, e oggi ci limiteremo a considerarne alcuni. Iniziamo da questo demone e dal modo in cui tormenta il ragazzo. Da quanto il padre descrive a Gesù, il ragazzo viene gettato nell'acqua e nel fuoco da questo demone sordo e muto. Secondo i Padri, il demone è sordo perché non vuole che il ragazzo ascolti la parola di Dio, e muto per non farlo parlare lodando Dio.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
Cos'è questo fuoco? Non è solo il fuoco materiale, ma anche il fuoco dell'ira, della lussuria, della gelosia, quei peccati di fuoco che sembrano darci tanto piacere, e avere tanta presa su di noi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
E che cos'è l'acqua? Qualcosa di altrettanto pericoloso per l'anima: le preoccupazioni di questo mondo, "le onde furiose degli affanni mondani", come le chiama uno dei più grandi commentatori ortodossi delle Sacre Scritture, il beato Teofilatto di Bulgaria. E non c'è un peccato - uno solo - che non abbia una parte di questo fuoco o di quest'acqua.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
Il ragazzo era sotto il completo controllo del demone, che lo portava dove voleva, gettandolo nell'acqua o nel fuoco, tanto che il padre poteva a stento salvarlo. A pensarci bene, nel nostro caso non è tanto differente. Abbiamo tanta abitudine ai peccati (siano essi passionali come il fuoco, o di ansia mondana come l'acqua). Dobbiamo ammettere di essere in balìa del nemico. E dobbiamo ammettere di avere bisogno di aiuto. Solo se ci vediamo per quello che siamo possiamo rivolgerci a Cristo per guarire.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
Cristo dice all'uomo che vuole vedere il figlio guarito, "Tutto è possibile a chi crede." Questo è vero. Lo comprendiamo. Lo accettiamo. Siamo cristiani. Diciamo "Dio può fare tutto, e guarire chiunque". Ma quando ci troviamo a vedere il fuoco e l'acqua dei nostri peccati personali, iniziamo a dubitare. Dio potrà certamente guarire qualcun altro. Ma crediamo davvero che Dio possa liberarci dalle passioni, dai nostri peccati, dalle cose che abbiamo fatto "fin dall'infanzia?" La maggior parte dei nostri peccati sono radicati in noi fino dall'infanzia: ora, crediamo davvero in questa nostra liberazione? La maggior parte di noi ha da lottare con forza contro una completa incredulità: in questo, non siamo molto diversi dal padre del ragazzo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
Abbiamo per fortuna davanti a noi esempi di grandi santi che hanno saputo compiere cosa degne di ammirazioni perché hanno volto credere, anche dopo avere compiuto peccati terribili. Una delle figure più luminose è quella di Santa Maria l'Egiziana, di cui si legge la Vita nell'Ufficio del Grande Canone (giovedì prossimo) e a cui è dedicata una delle domeniche dell'anno (la prossima). Anche dopo una vita di fuoco (nel suo caso, gli affanni dell'acqua non erano un problema, ma il calore delle passioni era davvero terribile), Maria ha creduto nel potere di guarigione di Dio. Ha creduto, e Dio ha operato miracoli in lei.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
Sapendo di dubitare, diciamo anche noi, come il padre del ragazzo: "Signore, credo: aiuta la mia incredulità!" Non è un gioco di parole, è la descrizione più esatta di ciò che il Signore fa alle nostre anime. Egli ci aiuta nell'incredulità, facendo crescere anche il più piccolo seme di fede che trova in noi, se solo sappiamo lasciarci aiutare da lui.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
Il nostro compito non si limita comunque a lasciar fare a Dio come se fossimo strumenti completamente inerti nelle sue mani. Il ragazzo appena liberato dal demone cade al suolo, e sembra morto, ma Cristo lo prende per mano e lo solleva. A questo punto è il ragazzo stesso ad alzarsi in piedi. Anche noi dobbiamo imparare a rispondere all'amore di Dio stando in piedi, e questa è la fatica che ci viene richiesta. Se non riusciamo, anche dopo avere gustato il perdono del Signore, a rialzarci in piedi di fronte a lui, allora forse avremo sempre problemi con l'incredulità. Coltiviamo invece questo piccolo seme di fiducia che abbiamo in noi, con la preghiera e il digiuno (le armi che sono indicate come rimedi in questo stesso brano evangelico), forzandoci un poco a frequentare la chiesa, ad accostarci alla confessione, ad approfondire l'insegnamento di Cristo. Egli ci ascolterà, e rafforzerà la nostra fede. E quando sentiremo la sua mano nella nostra, potremo stare in piedi al suo cospetto.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
Amen.</div>
</div>
</div>
</td></tr>
</tbody></table>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-69132571308591331622015-03-06T11:43:00.002-08:002015-03-06T11:43:25.212-08:00TERZA DOMENICA DI QUARESIMA: ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
Nella tradizione bizantina la terza domenica dei digiuni della Grande Quaresima è dedicata alla venerazione della Croce del Signore. Questa non è l’unica data dell’anno liturgico in cui la Croce viene commemorata poiché, come nella chiesa romana, è il 14 Settembre il giorno in cui si celebra la sua universale esaltazione. Nel nostro calendario sono presenti anche altre due date: il sette maggio, a ricordare l’apparizione della croce sopra la città di Gerusalemme avvenuta nel 351, e il primo di agosto, quando la reliquia della santa Croce veniva portata in processione lungo le strade di Costantinopoli per proteggere la popolazione dalle malattie; inoltre non manca di essere venerata il mercoledì ed il venerdì di ogni settimana.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
A metà del cammino quaresimale siamo invitati ad alzare gli occhi verso la Croce: quella Croce che da strumento di infamia e di morte è divenuta simbolo della fede dei Cristiani; quella Croce che il Signore da rude legno ha trasformato in chiave che apre le porte del Paradiso, in leva che scardina le porte dell'inferno, in sostegno per alzare il caduto Adamo; quella Croce, che come un albero è stata piantata in questa terra affinché sotto la sua ombra si trovi ristoro dalle sofferenze; quella Croce che ci ricorda la Passione del Signore, e presentando a noi il suo esempio, ci incoraggia a seguirlo nella lotta e nel sacrificio; quella Croce che ci ricorda che tutta la Quaresima è un periodo in cui ci siamo crocifissi con Cristo, e che la <em>via della Vita</em> passa per la sofferenza, che il Signore stesso su di essa ha conosciuto, per l'infamia, che su di essa il Signore ha sperimentato, per la nudità, che su di essa il Signore non ha potuto nascondere.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
Sì, quella Croce che portò il Signore, che oggi veneriamo e glorifichiamo insieme alla sua santa risurrezione.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
<br /></div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
<span style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;"><b><br /></b></span></div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
<span style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;"><b> Dal Vangelo secondo Marco 8,34b-9,1</b></span></div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
<span style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;"><br /></span></div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
<span style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;"> Gesù convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «</span><i style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;">Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi</i><span style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;">». E diceva loro: «</span><i style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;">In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza</i><span style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;">».</span></div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
<span style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;"><br /></span></div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
<span style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;">Commento</span></div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
<span style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;"><br /></span></div>
<table style="background-color: #ffffcc; font-family: Verdana; width: 100%px;"><tbody>
<tr><td><span style="color: #990000; font-family: Verdana;"><i> A prima vista la lettura del Vangelo di oggi, l'autore mette in risalto l'istinto di conservazione, l'istinto di dominare, di soggiogare gli altri. Sono istinti naturali, che l'uomo ha in comune con gli animali e che sono profondamente radicati in lui. Parliamo tanto di personalità, di sviluppo personale, di realizzazione di noi stessi, e spesso si tratta proprio di voler salvare la propria vita", come dice Gesù. E quello che vogliono gli uomini di Babele. "Costruiamoci una città e una torre la cui cima tocchi il cielo": vogliono conquistare anche il cielo, conquistare anche Dio. "E facciamoci un nome": è l'istinto di affermazione di se stessi.<br /> Il Signore però non può accettare che questo avvenga, proprio perché è contrario alla vocazione dell'uomo. Volendo salvare la propria vita, l'uomo la perde; per salvarla è necessario perderla, rinnegare anziché affermare se stesso. Tutti vogliamo affermare noi stessi e non ci è facile capire che la vera affermazione dell'uomo sta nel perdersi. Perché? Perché siamo chiamati all'amore e l'amore non può esistere senza un rinnegamento di sé. L'amore è sempre accettazione dell'altro, apertura all'altro; non è conquista, ma umile e fiducioso aprirsi e ricevere.<br />Dio dunque non vuole che gli uomini "si facciano un nome", non può accettare di essere conquistato. Un dio che può essere conquistato è un idolo, e se gli uomini hanno soltanto un idolo sono perduti; se invece si aprono a Dio nella umiltà e nel rinnegamento di sé, trovano il vero amore a cui sono chiamati: "Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà".<br />Voler salvare la propria anima, cioè la propria vita, non è una preoccupazione egoistica, proprio perché è fondata sull'abnegazione, al seguito di Gesù: "Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua".<br />Gesù ci ha dato l'esempio: non ha conquistato orgogliosamente il cielo, ma si è abbassato; non ha innalzato se stesso, ma si è umiliato: "Spogliò se stesso" scrive san Paolo ai Filippesi, "umiliò se stesso. Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome ("Facciamoci un nome!" dicevano gli uomini a Babel) che è al di sopra di ogni altro nome". Così Gesù ci ha insegnato la via del perdersi per amore, l'unica via per salvare la nostra vita.</i></span><br /><br />P. Iosif</td></tr>
</tbody></table>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
<span style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;"><br /></span></div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
<span style="background-color: #fffbed; line-height: 27.2000007629395px;"><br /></span></div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-54533780577734333132015-02-28T11:53:00.002-08:002015-02-28T11:53:39.353-08:00SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA (1 Marzo 2015) - San Gregorio Palamas<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
Il tema dell’Ortodossia caratterizza anche questa seconda domenica dei digiuni della Grande Quaresima, infatti le Chiese di tradizione bizantina in questo giorno commemorano san Gregorio Palamas<span style="font-family: georgia, serif;"> (1296-1359)</span>, monaco e vescovo di Tessalonica, che nel <span style="font-family: georgia, serif;">1368</span> divenne emblema della riforma spirituale che si stava definendo nel monachesimo bizantino del XIV secolo. Cresciuto nella corte imperiale di Costantinopoli dove ricevette una formazione sia filosofica che religiosa, decise di farsi monaco e col tempo divenne il principale difensore dell’esicasmo, una particolare forma di ascesi praticata nei monasteri del Monte Athos. I monaci esicasti, ovvero coloro che praticavano questo metodo di preghiera personale <span style="font-family: georgia, serif;"><span style="font-size: 12px;">(vedi <a class="LPN" href="https://www.blogger.com/null" style="color: #003159; cursor: pointer; font-size: 1em;">Mt6,6</a>)</span></span> con l’ausilio di tecniche di concentrazione psicosomatiche, consideravano possibile contemplare in se stessi la <em>luce increata </em>di Dio.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
Questi monaci nel XIV secolo si scontrarono con Barlaam di Seminara, detto anche il Calabro, un monaco assai colto in filosofia e teologia apofatica, che, verso il <span style="font-family: georgia, serif;">1330</span>, si era stabilito a Costantinopoli. Per Barlaam la pratica esicasta era motivo di scandalo e considerava le tesi a sostegno di essa «<em>dottrine assurde [...] prodotti di una fallace credenza e di un'immaginazione sconsiderata</em>»<span style="font-size: 12px;">(Lettera V a Ignazio).</span> Accusò i monaci che la praticavano di essere eretici messaliani e li derise per la loro postura assunta durante la preghiera.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
Ma la questione che si stava dibattendo tra i monaci e Barlaam, in realtà, era assai più profonda e non riguardava solamente il metodo di preghiera esicasta, ma la stessa Teologia, poiché le posizioni assunte da Barlaam intaccavano la reale possibilità della conoscibilità di Dio da parte degli uomini e la loro divinizzazione. Barlaam, infatti, cresciuto in Calabria ed influenzato dalla teologia scolastica occidentale affermava che la grazia apparteneva all’ordine della creazione, e in questa vita, l'unione che per mezzo di essa si realizzava con Dio era più simbolica che reale.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
San Gregorio, chiamato a difesa dei monaci, dimostrò che la pratica esicasta apparteneva alla tradizione monastica ortodossa, e per difendere la possibilità della contemplazione della <em>luce divina increata</em> (che lui chiama anche <em>grazia</em>), fece riferimento alla Tradizione dei Padri e al passo del vangelo di Matteo <span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: georgia, serif;">(<a class="LPN" href="https://www.blogger.com/null" style="color: #003159; cursor: pointer; font-size: 1em;">Mt 17,1-9</a>),</span></span> dove si racconta l’episodio della Trasfigurazione del Signore sul monte Tabor; secondo san Gregorio, infatti, in quella occasione Pietro Giacomo e Giovanni videro il Signore che “<em>fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce</em>” - ossia - videro la <em>luce divina increata</em> manifestarsi nel Signore. Se la videro gli Apostoli significa che, potenzialmente, ogni cristiano può pervenire alla medesima luce e quindi ogni uomo, con l’aiuto della pratica esicasta, senza alcun automatismo, ma per dono divino, può vedere la <em>luce divina increata </em>manifestarsi in lui.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
Ma l'apologetica di san Gregorio difese anche la visione della salvezza della teologia bizantina, che si basa sull’assioma espresso da sant'Atanasio di Alessandria e ripreso in seguito da molti Padri della Chiesa: «<em>Dio si è fatto uomo perché l'uomo possa divenire come Dio</em>». I Padri infatti considerano la divinizzazione (théòsis), ovvero la partecipazione alla vita divina, il fine ultimo della vita umana, e la divinizzazione avviene solamente se l’uomo in questa vita può entrare in comunione diretta e non simbolica con Dio stesso, che, come dice la Scrittura, va ad abitare in lui <span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: georgia, serif;">(<a class="LPN" href="https://www.blogger.com/null" style="color: #003159; cursor: pointer; font-size: 1em;">Gv 14,23</a>)</span></span>. Ma se l'unione con Dio, come sosteneva Barlaam, era più simbolica che reale la divinizzazione era impossibile.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
San Gregorio per garantire la divinizzazione e allo stesso tempo la trascendenza di Dio introdusse una distinzione tra l’essenza divina (<em>ousìa</em>) e le operazioni (<em>enérgeia</em>) compiute da essa. Dio nella sua essenza resta inconoscibile e trascendente il creato, ma per le sue energie, o <em>grazia</em>, ha il potere di divenire immanente, visibile e sperimentabile a vario modo da tutte le creature.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
Per questa distinzione che salvaguarda la semplicità di Dio, la sua presenza nel creato e in modo particolare nella vita dell'uomo e allo stesso tempo ne garantisce la sua alterità, e per la difesa dei monaci esicasti, fu canonizzato e assunto come emblema della retta fede della Chiesa Ortodossa. Il patriarca Filoteo nel 1368 realizzò per lui un servizio liturgico completo e, sebbene il Santo morì il 14 di novembre, si stabilì che la sua memoria fosse celebrata nella seconda domenica dei digiuni della Grande Quaresima.</div>
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"><br /></span>
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"><b><br /></b></span>
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"><b> Dal Vangelo secondo Marco 2,1-12</b></span><br />
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"><br /></span>
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"> Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.</span><br style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;" /><span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «</span><i style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati</i><span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">».</span><br style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;" /><span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: «</span><i style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?</i><span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">».</span><br style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;" /><span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «</span><i style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua</i><span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">». Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «</span><i style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">Non abbiamo mai visto nulla di simile!</i><span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">».</span><br />
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"><br /></span>
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">Commento</span><br />
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"><br /></span>
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"> Chi di noi si può ritenere senza peccato? Se siamo sinceri con noi stessi e con gli altri, credo nessuno. Chi di noi non sente il bisogno di essere perdonato e riportato nella condizione di innocenza che caratterizzava l'uomo prima del peccato? Tutti penso, senza paura di sbagliare e senza presunzione.</span><br />
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"> Gesù con il suo modo di comportarsi ci dice che esiste un legame tra la guarigione spirituale e quella fisica. E questa realtà e' confermata anche dai medici che hanno preso sul serio la loro professione. Loro, principalmente si occupano e curano la dimensione corporea, organica dell'uomo, ma si rendono conto che l'uomo non è riducibile soltanto a questo e che esiste un'altra dimensione che andrebbe curata e guarita e che esula dalle loro competenze. </span><br />
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"> Ecco allora la missione della Chiesa: curare tutto l'uomo. Agendo nel nome di Gesù sulla loro anima, si agisce indirettamente anche sulla condizione fisica della persona. Infatti la salvezza, in senso cristiano, si riferisce a tutta la persona e non soltanto ad una parte di essa.</span><br />
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"> La Chiesa è Madre per definizione e quindi si prende cura di ciascuno di noi dalla nascita e ci accompagna tutta la vita, se noi lo vogliamo. Assistiamo oggi ad una desertificazione delle chiese cristiane in Occidente, pare che l'uomo moderno non sente più il bisogno di Dio, tanto si salva da solo, riesce a risolvere i suoi problemi da solo, senza l'aiuto di Dio. Sarà così? Personalmente, ho qualche dubbio. </span><br />
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"> Andre Malraux, scriveva nel secondo scorso riferendosi al XX-esimo secolo:"o sarà religioso o non sarà più". Abbandonando Dio, abbiamo abbandonato l'uomo, creando intorno a lui il vuoto, il deserto, la solitudine esasperante che distrugge e oscura ogni orizzonte di speranza, non solo per l'al di là, ma anche per l'al di qua. Serve urgentemente una grande opera di evangelizzazione, per un ritorno alle radici del cristianesimo, per riscoprire una nuova umanità, fresca e solidale, che non lascia indietro nessuno (come sento dire spesso Beppe Grillo ed i suoi). Non siamo tutti figli dello stesso Padre? Non ci accomuna forse gli stessi bisogni e le stesse necessità, le stesse aspirazioni? Allora perché c'è chi naviga nell'oro senza lavorare spesso, anzi rubando ed ingannando il prossimo, e chi combatte con la povertà, pur lavorando onestamente? Per le ingiustizie che noi stessi abbiamo escogitate e legiferate. Abbiamo costruito una società piena di contrasti che ha bisogno urgente di essere guarita nei corpi e negli spiriti. </span><br />
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"> Invochiamo lo Spirito Santo, il Consolatore, Colui che può guarire le nostre umane infermità e debolezze, che ci aiuti a non dimenticare che siamo ancora umani e siamo chiamati ad esserlo sempre di più, per poter contribuire , ognuno con i suoi talenti, a costruire il Regno di Dio che viene!</span><br />
<span style="background-color: #fffbed; color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;"><br /></span>
<strong style="background-color: white; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: small;"></strong><br />
<div align="justify">
<span style="font-size: x-small;"><b> </b></span></div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-22580366302051775642015-02-24T11:14:00.002-08:002015-02-24T11:14:27.619-08:00Quaresima= silenzio, essenzialità, gratuità<h1 style="background-color: whitesmoke; color: #444444; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14.3999996185303px; font-weight: normal; margin: 0px; padding: 0px;">
<a href="http://www.dongiorgio.it/22/02/2015/quaresima-e-silenzio-essenzialita-e-gratuita-2/" rel="bookmark" style="border: none; color: #333333; font-family: Arial; font-size: 33px; font-weight: 700; line-height: 1.3; margin: 5px 0px; text-decoration: none;">Quaresima è silenzio, essenzialità e gratuità</a></h1>
<div class="post-meta" style="background-color: whitesmoke; border-bottom-color: rgb(204, 204, 204); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; color: #737373; font-family: Arial; font-size: 10px; margin: 5px 0px 13px; padding: 0px 0px 3px; text-transform: uppercase;">
IN <a href="http://www.dongiorgio.it/category/ultimissime/" rel="category tag" style="color: #154a7f; font-weight: 700; text-decoration: none;">ULTIMISSIME</a> / BY <a href="http://www.dongiorgio.it/author/admin/" rel="author" style="color: #154a7f; font-weight: 700; text-decoration: none;" title="Articoli scritti da: Don Giorgio">DON GIORGIO</a> / ON 22 FEBBRAIO 2015 AT 19:18 /</div>
<div style="background-color: whitesmoke; color: #444444; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; line-height: 21.6000003814697px; margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
<br /></div>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<a href="http://www.dongiorgio.it/wp-content/uploads/2015/02/31560905421.jpg" style="color: #154a7f; text-decoration: none;"><img alt="3156090542[1]" class="aligncenter size-full wp-image-13392" height="333" src="http://www.dongiorgio.it/wp-content/uploads/2015/02/31560905421.jpg" style="border: none; display: block; height: auto; margin-bottom: 10px; margin-left: auto; margin-right: auto; max-width: 650px; width: auto;" width="500" /></a></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<em style="font-weight: normal;"><span style="color: maroon;">di don Giorgio De Capitani</span></em></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">I cristiani parlano della Quaresima come di un periodo forte e provvidenziale, di un tempo propizio e favorevole. E poi: come l’hanno ridotta? A qualche formalità religiosa in più, con qualche rinuncia studiata ad hoc, il tutto condito di tanta ipocrisia.</span></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">E ogni anno, alé, si torna daccapo. Arriva la Quaresima, e si studiano iniziative o proposte, come se fosse una parentesi a sé, che, una volta chiusa con l’arrivo della Pasqua, aprirà di nuovo alla solita banalità della vita quotidiana.</span></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">Credenti o non credenti, tutti sentiamo il bisogno di momenti forti, in cui intensificare una auto-coscienza che faccia spazio al proprio essere interiore.</span></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">È vero che questo è un obbligo naturale, di sempre, ma ogni occasione è buona per tornare ad “essere”, nel suo senso più profondo. E allora, prendiamo anche la Quaresima, e trasformiamola in una preziosa occasione per rientrare in noi stessi.</span></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">Ecco perché la Quaresima riguarda tutti, perché tutti appartengono a quell’Umanità, dove ciò che conta non è tanto consumare cose, ma trasformare le cose in quel mondo di segni, che rivelano che c’è qualcosa di sacro in ogni realtà umana.</span></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">Dunque, l’invito è anzitutto al silenzio. La chiacchiera copre la voce dell’essere, o, ancor peggio, ne interpreta la voce, sostituendosi all’essere. Oggi tutto è talk-show, ovvero chiacchiera spettacolo, ovvero un insieme caotico di parole che disturbano la voce dell’essere. La Chiesa invita al silenzio, e poi parla e straparla, in continuazione. Forse anche il papa dovrebbe stare un po’ in silenzio, per ascoltare la voce del proprio essere, e per ascoltare la voce delle coscienze, che non riescono neppure a sussurrare qualcosa. Forse anche questo papa parla troppo, e finisce per straparlare. </span></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">Il silenzio è la migliore parola, quella che proviene dall’essere, che emette suoni d’infinito così impercettibili che non arrivano all’orecchio del corpo, ma solo all’anima.</span></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">Non diamo sempre la colpa alla tv. La tv fa ciò che noi vogliamo. La tv obbedisce alla nostra ossessiva sete di esteriorità e di banalità. E le parole della tv non cambiano, se la tv fosse anche cattolica. Non si tratta di sostituire brutte parole con belle parole, ma di tacere, per ascoltare la parola parlante, quella dell’essere, che non sopporta rosari o litanie o lungaggini simili.</span></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">Solo nel silenzio si scopre l’altro valore che è l’essenzialità. La parola essenzialità deriva da essere. L’essere è semplicità, non complessità. Ciò che è semplice richiama l’unità dell’essere, mentre ciò che è complesso divide l’essere. L’essenzialità è la nudità dell’essere, e l’essere soffoca sotto la banalità delle cose. Il superfluo soffoca l’essere nella sua semplicità. Se l’essere è il nostro autentico vivere, come si può vivere sommersi da un mucchio di superfluo? E allora chiediamoci: perché talora entriamo in crisi? Non è forse perché ci viene meno, per qualche ragione, un po’ del nostro superfluo? Invece, dovremmo ringraziare le crisi, quando ci fanno star male ma per farci star meglio.</span></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">In Quaresima, a che servono i sacrifici o le rinunce, se poi, passata la Quaresima, riprendiamo il superfluo sospeso? I tagli servono se potano le cose inutili, in vista della essenzialità, che è la radice dell’essere. </span></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">Dire essere, da scoprire nel silenzio, e dire essenzialità significa anche dire gratuità. Non può esistere gratuità, nel suo aspetto più nobile di volto dell’essere più puro, se siamo nelle mani avide dell’avere. Non nascondiamo la faccia dietro la maschera dell’ipocrisia. Rendiamocene conto una buona volta: la gratuità non entra nella logica di questo mondo, dove ciò che conta è solo star bene, nel senso più materiale delle parole “star bene”. Per star bene basterebbe anche poco, ma noi vogliamo tanto. Ma staremmo meglio, se vivessimo di gratuità. Vivere di gratuità sarà possibile, solo se ribalteremo la concezione materialistica di questa società. Il problema non è se abbiamo ciò che ci è dovuto per vivere, e neppure se viviamo in una società, dove anche i nostri diritti fossero rispettati. La gratuità costruisce i veri rapporti sociali. La gratuità ha origine nella nostra stessa costituzione naturale. La gratuità perciò non è la virtù da lasciare ai santi, ma un dovere personale e sociale.</span></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">E allora, che cos’è la Quaresima? Tempo perso? Tempo imposto dalla Chiesa per auto-conservarsi nella sua struttura?</span></h6>
<h6 style="background-color: whitesmoke; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; margin: 0px; padding: 0px 0px 10px; text-align: justify;">
<span style="color: maroon;">Usciamo dalle formalità e ristrettezze religiose, e riprendiamoci il tempo prezioso del nostro vivere su questa terra. Riempiamolo del suo contenuto migliore, che è l’intensità di ciò che “siamo” o, meglio, di come dovremmo essere.</span></h6>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-41152487525067107312015-02-21T09:33:00.000-08:002015-02-21T09:40:47.850-08:00PRIMA DOMENICA DELLA GRANDE QUARESIMA (22 FEBBRAIO 2015)<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
<h3 style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;">
Giovanni 1:43-51</h3>
<span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi».</span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.</span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> </span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret».</span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> </span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;">Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».</span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> </span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità».</span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> </span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico».</span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> </span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!».</span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!».</span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> </span><span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"> Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».</span><br />
<span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"><br /></span>
<span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"><br /></span>
<span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;">COMMENTO</span><br />
<span style="color: black; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: xx-small; line-height: normal; text-align: start; text-indent: 0px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; color: #48423f; font-family: 'Droid Serif', Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px; text-align: left; text-indent: 0px;">Ritorna ancora l’espressione “il giorno dopo” così preziosa per confermarci che la storia è l’orizzonte della fede. La fede non è una dottrina, ma è prima di tutto un’esperienza, personale e anche collettiva, nel senso che coinvolge le persone tra di loro: ognuno è “chiamato”, ma questa chiamata divina si dilata attraverso le relazioni tra le persone. Per questo anche le precisazioni di carattere geografico sono importanti, come qui “la città” di Andrea e di Pietro che è anche la città di Filippo e forse anche di Natanele. E continua la chiamata delle persone da parte di Gesù come da parte delle persone che Gesù ha chiamate, come continua la bellezza di quel “trovare” che ai vers.43 e 45 ha come “soggetti” lo stesso Gesù e poi Filippo che trova Natanaele e gli dice “Abbiamo trovato…”. Siamo stati trovati da Gesù e per questo lo abbiamo trovato.</span><br style="background-color: white; color: #48423f; font-family: 'Droid Serif', Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px; text-align: left; text-indent: 0px;" /><span style="background-color: white; color: #48423f; font-family: 'Droid Serif', Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px; text-align: left; text-indent: 0px;">Qui la vicenda del “trovare” si arricchisce con il riferimento diretto ed esplicito alle “Scritture”: Gesù è “colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i profeti”(ver.45). Di Scrittura Natanaele è un esperto, come vedremo in seguito. E per questo egli reagisce subito all’affermazione di Filippo, che di Gesù ha detto essere “il figlio di Giuseppe, di Nazaret”: “Da Nazaret può venire qualcosa di buono?”. Mai nelle Scritture della Prima Alleanza Nazaret viene citata! Troveremo questa obiezione, estesa a tutta la Galilea, alla fine del cap.7. Come abbiamo già ascoltato dalle labbra dello stesso Gesù per la chiamata dei due discepoli del Battista al ver.39, ora Filippo dice a Natanaele: “Vieni e vedi”(ver.46). Ma scopriremo che in realtà sarà Gesù a “vedere” lui!</span><br style="background-color: white; color: #48423f; font-family: 'Droid Serif', Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px; text-align: left; text-indent: 0px;" /><span style="background-color: white; color: #48423f; font-family: 'Droid Serif', Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px; text-align: left; text-indent: 0px;">Al ver.47 infatti Gesù mostra di conoscerlo già, e bene! Natanaele rappresenta nella sua persona l’Israele fedele che attende il Messia. Così infatti si può interpretare quel suo essere “sotto l’albero di fichi” dove Gesù dice di averlo visto, una condizione che caratterizza nei profeti l’età finale della pace messianica e lo studio libero e appassionato della Parola di Dio. Tenete conto che per la tradizione rabbinica, Dio stesso studia la Scrittura, come segno della sua pienezza e della sua felicità. Tale “riconoscimento” da parte di Gesù porta Natanaele a riconoscerlo come il Messia che lui, esperto di Scrittura, attendeva. La competenza che gli faceva chiedere se mai qualcosa di buono poteva venire da Nazaret ora gli fa riconoscere Gesù come “il Figlio di Dio e il re d’Israele”. E’ dunque questo Israele fedele che in Natanaele viene chiamato e accolto.</span><br style="background-color: white; color: #48423f; font-family: 'Droid Serif', Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px; text-align: left; text-indent: 0px;" /><span style="background-color: white; color: #48423f; font-family: 'Droid Serif', Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px; text-align: left; text-indent: 0px;">E Gesù annuncia a lui – e a tutti: ”vedrete” – il compimento straordinario di quello che Le Scritture profetizzavano e che sarà pienamente manifestato. A Natanale che lo riconosceva come Figlio di Dio, Gesù annuncia: “Vedrai cose più grandi di queste”, cioè ben più profonde e vaste di quello che si poteva già dedurre dalle Scritture: “Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”. Viene qui ripreso l’antico sogno di Giacobbe in Genesi 28,12, per dire che con Gesù veramente il cielo sarà aperto e si vedranno gli angeli “salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”, cioè sul Figlio di Dio Figlio dell’uomo che con la sua Pasqua pone fine alla separazione tra il cielo e la terra e apre la comunione piena tra Dio e l’umanità. </span><br />
<br />
In questa prima domenica della Grande Quaresima dei digiuni nelle Chiese di tradizione bizantina si commemora il ristabilimento del culto delle iconi. In oriente, per più di cento anni, a partire dal regno di Leone Isaurico (717-741) e fino al regno di Teofilo (829-842), la Chiesa fu sconvolta dalla persecuzione degli iconoduli, i difensori del culto delle immagini, da parte degli iconoclasti, che volevano distruggere le immagini sacre.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
L'origine della diatriba e del pensiero iconoclasta è da ricondurre al divieto di produrre immagini di Dio, come espresso nelle scritture dell'Antico Testamento (vedi: <a class="LPN" href="https://www.blogger.com/null" style="color: #003159; cursor: pointer; font-size: 1em;">Esodo 20,4-5</a> e <a class="LPN" href="https://www.blogger.com/null" style="color: #003159; cursor: pointer; font-size: 1em;">Deuteronomio 4,15-19</a>), al disgusto provato da molti a causa dalla degenerata venerazione delle immagini, che in molti casi erano considerate veri e propri idoli e al rapporto con il nascente e dilagante Islam.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
Dopo alterne e dolorose vicende, dove sostenitori e avversatori del culto delle immagini ebbero in mano il potere politico, nel 787 si giunse alle definizioni del Concilio II di Nicea, dove fu stabilito il principio che, con l'incarnazione del Verbo di Dio, Dio è diventato visibile, sperimentabile e quindi raffigurabile: con l'incarnazione del Verbo il divieto di non fare immagini di Dio è stato superato.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
Ma una completa e definitiva soluzione della questione iconoclasta si ebbe con la morte dell'imperatore iconoclasta Teofilo, quando la sua vedova Teodora, dopo aver deposto il patriarca Giovanni Grammatico, convocò, assieme al figlio Michele e al nuovo patriarca Metodio, per l'11 marzo 843 un sinodo a Costantinopoli, dove si ristabilì definitivamente il culto delle immagini sacre. La regina, dopo aver venerato l'Icona della Madre di Dio, davanti all'assise sinodale enunciò queste parole: "<em>Se qualcuno non offre rispetto al culto delle sacre Icone, non adorando loro come se fossero degli dei, ma venerandole con amore come immagini dell'archetipo, sia anatema</em>". In seguito, la prima domenica dei digiuni, lei e il figlio Michele fecero una processione con tutto il clero e la corte imperiale portando tra le mani le restaurate icone, che di nuovo furono poste nelle chiese per essere venerate.</div>
<div style="color: #112211; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 17px; line-height: 27.2000007629395px; text-align: justify; text-indent: 15px;">
Da allora le Chiese di tradizione bizantina nella prima domenica di Quaresima portano in processione le icone e proclamano il <em>Synodicon</em>, ossia una rielaborazione degli atti del secondo Concilio di Nicea. Questa domenica è detta <em>dell'Ortodossia</em> per il trionfo della vera dottrina sull'eresia iconoclasta che, distruggendo le immagini, negava l'incarnazione del Verb</div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-12634244805819494502015-01-05T11:17:00.002-08:002015-01-05T11:17:09.740-08:00Auguri di un anno benedetto da Dio Eccoci nel nuovo anno, 2015. Speriamo, con l'aiuto di Dio di finirlo anche pieni di realizzazioni e di crescita nella vita con Dio. Questo è anche il messaggio del Natale appena festeggiato : Dio si è fatto uomo, perché l'uomo cresca fino alla statura e la dignità dei figli di Dio. Invochiamo spesso lo Spirito di Gesù risorto, perché ci accompagni nel nostro percorso umano e cristiano, verso il Regno di Dio che ci aspetta.chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-7047807616961678092014-10-25T16:45:00.003-07:002014-10-25T16:45:54.977-07:00IL VANGELO DELLA DOMENICA (26.10.2014)Dal Vangelo secondo Luca 8,26-39:<br />
<br />
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><strong> "</strong>Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell'uomo. Molte volte infatti s'era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso. <o:p></o:p> </span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><strong> </strong>Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. I demòni uscirono dall'uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò. Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. La gente uscì per vedere l'accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento. Quelli che erano stati spettatori riferirono come l'indemoniato era stato guarito. Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. L'uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: «Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto». L'uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto".</span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"></span> </div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";">Commento</span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"></span> </div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><span style="font-family: Times New Roman;"><span style="color: black;">In questo episodio, abbastanza impressionante, Gesù esegue un esorcismo e, perché il miracolo acquisti valore di insegnamento, segue una procedura coerente con la simbologia del tempo e del luogo in cui si trova. Siamo in territorio pagano e la sequenza degli ultimi fatti raccontati da Luca corrisponde alla liturgia battesimale (la Parola, l'acqua, l'esorcismo).</span><span style="color: black;"> Il brano ci presenta </span><b><span style="color: black;">un uomo</span></b><span style="color: black;">, solitario (</span><b><span style="color: black;">non abitava in casa</span></b><span style="color: black;"> cioè non aveva relazioni con altri), nudo (</span><b><span style="color: black;">non portava vestiti</span></b><span style="color: black;"> cioè era senza identità, come un animale), insano, </span><b><span style="color: black;">posseduto</span></b><span style="color: black;"> e pericoloso che diventerà socievole, vestito, sano di mente, libero di agire come vuole, ben disposto verso la vita e le altre persone. Quest'uomo ha come casa </span><b><span style="color: black;">le tombe</span></b><span style="color: black;"> ossia il riferimento delle sue azioni è il terrore della morte. E` talmente impedito ad agire liberamente che appena vede Gesù dà un grido di terrore e lo prega di non tormentarlo: in tutta la descrizione riesce a noi difficile distinguere la sua volontà da quella del Demonio che è in lui. Vediamo comunque che il Male riconosce subito il Bene: lo chiama per nome, </span><b><span style="color: black;">Gesù</span></b><span style="color: black;">, e specifica anche </span><b><span style="color: black;">Figlio del Dio altissimo</span></b></span><span style="font-family: Times New Roman;"><span style="color: black;">. Ma il Male intende il Bene come una tortura, come una entità malvagia. Infatti, pur essendo - diremmo noi - informato su Chi ha davanti, il Male non comprende il Bene. Considera Dio come un rivale pari a sé ossia malvagio.</span><span style="color: black;"> E` su questa base che possiamo capire il senso delle sue parole. L'espressione "</span><b><span style="color: black;">Che vuoi da me?</span></b><span style="color: black;">" viene dal linguaggio giuridico per dichiarare che due sono alleati</span><span style="font-size: smaller; vertical-align: 25%;"><span style="color: black;">(1)</span></span><span style="color: black;">. Qui dunque i demoni cercano di tentare Dio stesso dichiarandosi suoi alleati e chiedono di non infrangere un patto che in realtà non esiste. Secondo il Male l'uomo da sempre pensa a Dio come a un dio cattivo, padrone, punitore e giudice. Dato che quest'uomo vive secondo questa convinzione perché </span><b><span style="color: black;">rovinare</span></b><span style="color: black;"> tutto? Il Demonio è convinto - e da Genesi 3 ha convinto l'uomo - che vivere tra i sepolcri è l'unico modo di vivere e dunque vede come </span><b><span style="color: black;">tortura</span></b><span style="color: black;"> ogni cambiamento. Le conseguenze di questo imbroglio sono quelle evidenziate in questo indemoniato: egli non si riconosce figlio di Dio (è nudo), teme gli altri che non sono fratelli (vive solitario), viene spinto verso il deserto e i sepolcri ossia a una vita senza speranza né futuro. </span><b><span style="color: black;">Catene</span></b><span style="color: black;"> e </span><b><span style="color: black;">ceppi</span></b></span><span style="font-family: Times New Roman;"><span style="color: black;"> (la legge e la violenza) sono inutili.</span><span style="color: black;"> Occorre identificare il Male, dargli un nome, cosa non facile, perché non si fa circoscrivere. Infatti alla domanda di Gesù il Demonio risponde con il nome "</span><b><span style="color: black;">Legione</span></b><span style="color: black;">" che è un non-nome: la Legione romana era composta di circa 6.000 elementi ed era famosa per la sua efficienza. Gesù comanda al Demonio di </span><b><span style="color: black;">uscire</span></b></span><span style="font-family: Times New Roman;"><span style="color: black;"> da quell'uomo. Infatti il Male non fa parte dell'uomo, che è immagine di Dio: vi è entrato dall'esterno. Se non teniamo fermo questo punto fondamentale demonizziamo l'uomo.</span><span style="color: black;"> Il Male parla con la bocca del suo cliente - "</span><b><span style="color: black;">non torturarmi</span></b><span style="color: black;">" - e arriva a proporre un patteggiamento: è disposto a ingoiare qualsiasi cosa, pur di non sparire. I </span><b><span style="color: black;">porci</span></b><span style="color: black;"> rappresentano, nel mondo ebraico, i pagani, quelli che mangiavano carne di maiale. Il Male spera sempre che vi sia un angolo di paganesimo nel mondo in cui ricominciare a prosperare. Gesù lascia che il male faccia il suo corso e infatti finisce affogato. Mostrando visivamente la fine dei porci a tutti i presenti - e a noi che leggiamo - Gesù ci indica che attraverso di sé il Male è già vinto e ci spinge alla speranza: "</span><i><span style="color: black;">nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo</span></i><span style="color: black;">" (Giovanni 16,33). Il Male può solo agire sulle nostre paure, non ha alcun potere sul mondo fisico e sulla nostra vita fisica. Dovremmo tenerlo presente e non attribuire a spiriti e demoni poteri che essi non hanno: solo Dio è Signore del mondo e Gesù, che ha accettato di "</span><i><span style="color: black;">dormire</span></i></span><span style="color: black; font-family: Times New Roman;">" nella nostra barca (cioè morire) ci spinge ad avere fede.</span><span style="font-family: Times New Roman;"><span style="color: black;"> Gesù, il Figlio che rivela il vero volto del Padre, è venuto per far cessare questo imbroglio della presunta alleanza fra Dio e il Maligno. Gesù è venuto sulla terra per smascherare la falsa immagine di Dio che tutte le persone - sia religiose che atee - hanno. Nessuno ha mai pensato a un Dio che si mette nelle nostre mani, che dà la vita per tutti, che muore in croce per noi peccatori, che si rivela come amore e misericordia infinite.<br /> </span></span></span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><span style="color: black; font-family: Times New Roman;"> P. Iosif</span></span></div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-12135686375646196592014-10-11T18:41:00.000-07:002014-10-11T18:41:02.729-07:00IL VANGELO DELLA DOMENICA (12.10.2014)Dal Vangelo di Giovanni 17,1-13:<br />
<span style="font-family: Book Antiqua;"><span style="color: red;"><o:p> </o:p> </span></span><br />
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";">"Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. <o:p></o:p> </span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";">Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. <o:p></o:p> </span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";">Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia".</span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"></span> </div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"> </span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"> Commento:</span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
</div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><span style="color: #990000; font-family: Times New Roman;"> Prima di uscire dal cenacolo e avviarsi all'orto degli Ulivi Gesù pronuncia una lunga preghiera che sembra concludere il suo "testamento spirituale" consegnato ai discepoli. Rivolge gli occhi in alto verso il Signore. E' un invito a tutti perché alziamo gli occhi da noi stessi, perché usciamo dalla nostra autosufficienza e dal nostro egocentrismo, e dirigiamo la voce, il cuore e i pensieri in alto, appunto, verso Dio. La preghiera è la risorsa dei deboli e di chi non ha forza, è il grido dei poveri e l'unica speranza dei vinti. Nella preghiera di Gesù trapela un'ansia che deve essere anche nostra.</span></span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><span style="color: #990000; font-family: Times New Roman;"> Dopo aver reso lode al Padre, Gesù guarda quegli uomini deboli e sprovveduti: ha affidato loro il compito non semplice di continuare la sua opera; prega per loro perché possano continuarla. Proprio per questo non chiede per loro forza o coraggio, ma che possano restare sempre legati a lui, imitatori del suo esempio e discepoli della sua Parola. E' questa infatti la vera forza dei cristiani, affidata a ciascuno assieme alla responsabilità di annunciare il Vangelo e prendersi cura dei poveri: restare sempre più vicini possibile a lui. Se lo faremo scopriremo anche di essere più vicini fra noi, fino ad essere una sola cosa, un suolo cuore ed una sola anima. Sembra parlare di un'utopia, eppure a questo sono chiamati i cristiani. </span></span></div>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-31909358570519444552014-10-04T20:51:00.002-07:002014-10-04T20:51:37.148-07:00IL VANGELO DELLA DOMENICA (05.10.2014)Dal Vangelo di Luca 6,31-36:<br />
<br />
"<span style="font-family: Book Antiqua;"><span style="color: maroon;"> In quel tempo disse Gesù ai suoi discepoli: "</span><span style="color: maroon;">Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. </span><span style="color: maroon;">Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. </span><b><span style="color: maroon;">[33]</span></b><span style="color: maroon;">E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. </span><span style="color: maroon;">E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. </span><span style="color: maroon;">Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.</span></span><span style="font-family: Book Antiqua;"><span style="color: red;"><o:p> </o:p> </span> </span><br />
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";">Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato".</span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"></span> </div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"></span> </div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"> Commento</span></div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"></span> </div>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
</div>
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: black;"> </span><u><span style="color: black;">La Regola d’Oro! Imitare Dio.</span></u><span style="color: black;"> Due frasi di Gesù aiutano a capire ciò che lui vuole insegnare. La prima frase è la così detta Regola d'Oro: </span><i><span style="color: black;">"Ciò che volete che gli uomini facciano a voi, fatelo a loro!”</span></i><span style="color: black;"> (Lc 6,31). La seconda frase è: </span><i><span style="color: black;">"Siate misericordiosi come vostro Padre del cielo è misericordioso!"</span></i><span style="color: black;"> (Lc 6,36). Queste due frasi indicano che Gesù non vuole semplicemente cambiare la situazione, perché non cambierebbe nulla. Lui vuole cambiare il sistema. La </span><i><span style="color: black;">Novità</span></i><span style="color: black;"> che vuole costruire viene dalla nuova esperienza di Dio Padre pieno di tenerezza che accoglie tutti! Le parole di minaccia contro i ricchi non possono essere occasione di vendetta da parte dei poveri! Gesù esige l’atteggiamento contrario: </span><i><span style="color: black;">"Amate i vostri nemici!"</span></i><span style="color: black;"> L’amore non può dipendere da ciò che ricevo dall’altro. L’amore vero deve volere il bene dell’altro, indipendentemente da ciò che lui/lei fa per me. L’amore deve essere creativo, poiché così è l’amore di Dio per noi: </span><i><span style="color: black;">"Siate misericordiosi, come il Padre dei cieli è misericordioso!"</span></i><span style="color: black;"> Matteo dice la stessa cosa con altre parole: </span><i><span style="color: black;">“Siate perfetti come il Padre dei cieli è perfetto” </span></i><span style="color: black;"> (Mt 5,48). Mai nessuno potrà arrivare a dire: "Oggi sono stato perfetto come il Padre del cielo è perfetto! Sono stato misericordioso come il Padre dei cieli è misericordioso”. Staremo sempre al di sotto della misura che Gesù ha posto dinanzi a noi.</span></div>
<div class="commento_testo">
Nel vangelo di Luca, la Regola d’Oro dice: <i>"Fate agli altri ciò che vorreste che gli altri facciano a voi!” </i> (Lc 6,31) Il vangelo di Matteo riporta una formulazione un po' diversa: <i>"Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, fatelo anche a loro.” </i> E aggiunge: <i>“In questo consistono la Legge ed i Profeti"</i> (Mt 7,12). Praticamente tutte le religioni del mondo intero hanno la stessa Regola d’Oro con formulazioni diverse. Segno che qui si esprime un’ intuizione o un desiderio universale che nasce dal fondo del cuore umano.</div>
</span>chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-80341617681465630822014-09-27T21:01:00.002-07:002014-09-27T21:01:10.742-07:00IL VANGELO DELLA DOMENICA (28.09.2014)Dal Vangelo di Luca:<br />
<br />" In quel tempo Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». [Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono"<br />
<br />
<br />
Commento<br />
<br />Credere è la cosa più razionale del mondo. Infatti non credere significa vivere una vita assurda, una vita senza senso.<br /> Credere nell'esistenza di Dio, e nel Dio di Gesù Cristo, è la cosa più razionale possibile, perché in Gesù troviamo le risposte alle domande fondamentali dell'uomo: chi è l'uomo, che ci fa in questo mondo, cosa lo aspetta dopo la morte, qual è il senso del dolore, e così via.<br />
Ma è necessario abbandonarsi a Dio anche in quei momenti in cui non comprendiamo cosa ci sta accadendo. Sapendo che Dio è amore, noi ci abbandoniamo a Lui, anche quando ci dice cose che contrastano con la nostra esperienza e con i nostri schemi mentali.<br />
Il Vangelo di oggi ne è un esempio. Si pesca di notte. Di giorno, con la luce, il rumore e la confusione, i pesci scappano. Simone (Pietro), pescatore di professione, aveva gettato le reti nella notte ma non aveva preso nulla. Gesù lo invita a gettare nuovamente le reti, dopo aver parlato a un'enorme folla, e mentre il lago era pieno di barche che lo attraversavano. Era un assurdo. Simone getta le reti, ma non perché guidato dalla sua esperienza e dalla sua razionalità, ma soltanto perché glielo dice Gesù.chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-20412364004117443512014-09-20T17:23:00.002-07:002014-09-20T17:23:25.843-07:00IL VANGELO DELLA DOMENICA (21.09.2014)<strong> Vangelo secondo Marco 8,34-38; 9,1</strong><br />
<h4 align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="font-family: Book Antiqua;"><span style="color: red;">Condizioni per seguire Gesù<o:p> </o:p></span></span></h4>
<h4 align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="font-family: Book Antiqua;"><span style="color: red;"><o:p></o:p></span></span><span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"> Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». <o:p></o:p> </span></h4>
<h4 align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"></span><span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";">E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza».</span></h4>
<h4 align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"> Commento</span></h4>
<h4 align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"> Chiunque vorrà salvare la sua vita, la perderà. Che cosa vuol dire Gesù quando dichiara che chiunque vorrà salvare la sua vita, la perderà? A prima vista, questa sembra una contraddizione ma non lo è. Cerco di spiegarmi meglio. <br />
Esiste la vita terrena ed esiste la vita eterna. C'è la vita fisica, sulla terra, che finirà per tutti. Poi esiste la vita eterna che può essere una vita passata eternamente con Dio ma che solo pochi ottengono.<br />
Di natura, noi ci impegniamo a curare, a proteggere e a godere la vita terrena. Ci impegniamo, non solo a proteggere la vita fisica in sé, ma quella vita che abbiamo costruito o che stiamo cercando di costruire. Tutti cerchiamo di costruirci una vita, una vita che, secondo il nostro parere, ci porterà del bene e che speriamo ci soddisferà.<br />
Chiunque vorrà salvare la sua vita, ovvero chiunque vive e si impegna per curare la vita terrena che ha, la perderà. La perderà sicuramente, perché ognuno di noi è destinato a morire fisicamente e a lasciare tutto ciò che abbiamo costruito su questa terra. Perderemo i nostri rapporti, perderemo le persone a noi care, perderemo la salute, perderemo tutto ciò che possediamo di materiale, perderemo l'approvazione degli uomini, perderemo tutto ciò che fa parte di questa vita.<br />
Perciò, chi vorrà salvare la sua vita, chi si impegna per questa vita, perderà tutto.<br />
Invece, Gesù dichiara che chi perderà la sua vita per amore di Gesù e del Vangelo, la salverà. In altre parole, quando una persona trova la sua vita in Gesù Cristo e nella salvezza eterna, sapendo che ha l'eternità con Dio, non vive più per la vita terrena. Ben volentieri sacrifica quello che prima gli era importante per la gioia di essere trovato in Gesù Cristo. <br />
Quindi, quando una persona vede in Gesù Cristo la sua vita ed è pronto a perdere qualunque cosa per essa, qualunque cosa importante nel mondo, qualunque tesoro terreno, per amore di Gesù Cristo e del Vangelo, quella persona, anche se perde tutto quello che reputava importante prima e anche se dovesse perdere perfino la stessa vita fisica, salverà la sua vita eterna. Quella persona avrà la vita eterna, ovvero la vita con Dio per tutta l'eternità, con una gioia che è incomprensibile per chi non ce l'ha.</span></h4>
chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-27132679733033185422014-07-19T20:28:00.003-07:002014-07-19T20:28:47.429-07:00DOMENICA VI-A DOPO LA PENTECOSTE (20.07.2014) <strong>Dal Vangelo secondo Matteo 9,1-8:</strong> "<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";">Salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: «Costui bestemmia».Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché mai pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora il paralitico, prendi il tuo letto e và a casa tua».Ed egli si alzò e andò a casa sua. </span><span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";">A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini".</span><br />
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"></span><br />
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"> Commento</span><br />
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><span style="color: black;"> </span></span><br />
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><span style="color: black;"> Anche noi siamo stupiti e spaventati: Dio dona agli uomini il potere di perdonare i peccati. Ci spaventa questa idea: forse è più rassicurante farci perdonare da Dio che non vediamo e di cui non sentiamo la voce, piuttosto che da un prete peccatore come noi che, se illuminato dallo Spirito, magari qualche indicazione ce la dà, anche se brusca! Spaventa questo dono... Per chi lo deve gestire, perché lo obbliga ad essere servo del perdono e non despota, perché lo spinge ad essere accogliente verso chi desidera il perdono, e non giudice malevolo. E per chi lo vuole ricevere, perché deve accettare la sconcertante logica dell'incarnazione che ci obbliga a credere che un uomo peccatore come noi può ricevere e donare lo straordinario dono del perdono... Grande Gesù che ci mostra come il perdono ci toglie dalla paralisi e dalla paura e ci permette di tornare a camminare e sperare, a correre e a saltare! Non c'è alcun peccato che ci possa allontanare definitivamente da Dio. Non c'è nessuna ombra che ci possa paralizzare al punto da non essere sanati!</span></span><br />
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><span style="color: black;"></span></span><br />
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><span style="color: black;"> Don Paolo Curtaz</span></span>chiesa ortodosa in italiahttp://www.blogger.com/profile/08612052851256634903noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4237915269131345062.post-17632016597025898522014-07-05T17:30:00.001-07:002014-07-05T17:30:47.271-07:00VANGELO DELLA DOMENICA ( LA 4-A DOPO LA PENTECOSTE - 06.07.2014)<strong>Dal Vangelo secondo Matteo:</strong><br />
<h4 align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="font-family: Book Antiqua;"><span style="color: red;">Guarigione del servo del centurione<o:p> </o:p> </span> </span></h4>
<div align="justify" class="MsoNormal" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";">Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro; Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa». <o:p></o:p> </span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><strong> </strong>All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Và, e sia fatto secondo la tua fede». In quell'istante il servo guarì. </span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"></span> </div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"> Commento</span></div>
<div align="justify" style="margin-left: 10px; margin-right: 10px;">
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"></span> </div>
<span style="color: maroon; font-family: "Book Antiqua";"><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"> Ci sono in questo racconto del Vangelo tre personaggi ed un gruppo di spettatori. Questi ultimi naturalmente sono i discepoli, coloro che seguivano Gesù e ricevevano già da un po' di tempo i suoi insegnamenti, quelli che erano stati scelti dal Maestro ed avevano iniziato ad accompagnarlo in una vicenda dai contorni non ancora ben definiti, e il giorno precedente avevano ascoltato la sua forte predicazione sulla montagna della Galilea. Prima di raggiungere il villaggio di Capernaum avevano assistito senza commentare alla guarigione di un lebbroso incontrato lungo il cammino. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Uno dei personaggi del racconto è presente a distanza, si parla di lui ma non c'è, però le notizie che ne vengono date ci dicono che è un servo, forse uno schiavo, in termini militari un attendente, è molto giovane e fa parte della famiglia allargata del centurione. Ci viene detto che è gravemente ammalato. Ma è un uomo anche molto apprezzato, addirittura amato dal suo superiore, che mette in campo tutte le risorse di cui dispone per vederlo guarito. Ed infatti proprio perché ha qualcuno che lo ama profondamente, senza pregiudizi, senza interessi di alcun tipo, ricupererà una vita degna di essere vissuta. Quante volte questo miracolo, che è al di là della guarigione vera e propria, si verifica anche oggi quando l'amore che si riceve è assoluto!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Il secondo personaggio è il centurione, un comandante militare a quanto pare molto retto e attento anche ai bisogni ed ai problemi dei suoi sottoposti. Un uomo giusto, dunque, che considera un dovere l'obbedienza alle regole ed ai principi, non solo quelli del servizio militare ma anche a quelle della lealtà tra persone, anche quando non sono dello stesso rango. E' una persona abituata ad obbedire e si aspetta anche obbedienza e rispetto, conosce le regole dei rapporti umani, e, quando capisce di aver bisogno di un guaritore lo va a cercare personalmente, si mette in azione. Davanti a Gesù si comporta come chi sa di essere in presenza di qualcuno che nella circostanza ha un potere in più, straordinario, quello di risolvere la sua angoscia e rispondere alle sue attese. E la sua aspettativa è talmente forte che assume la connotazione di fede, qualcosa in più della fiducia, tanto che sa di poter vedere il suo servitore guarito anche se chi opererà la guarigione non andrà di persona a casa sua. Quel "non sono degno!" non è semplicemente un'ammissione di debolezza o di impotenza, è anche il riconoscimento di un'autorità che supera la sua concezione di autorità, infatti non parla a Gesù orinandogli di guarire il servo! Il centurione è consapevole del fatto che quel Gesù che è andato a cercare ha autorità sulla malattia, sul male, su ciò che un esercito non può sconfiggere. E la sua intercessione è l'espressione di una speranza, di una fiducia assolutamente umana fondata però su qualcuno che è superiore. Ed il fatto che questo centurione non sia giudeo, ma sia pagano, straniero appartenente alla forza di occupazione del paese, lo connota come qualcuno che riconosce di aver bisogno dell'altro, di qualcuno che pur essendogli diverso ha qualcosa da insegnargli e da dargli. Certo è che questo centurione non può definirsi un "credente" secondo la nostra accezione, è piuttosto, come qualcuno ha suggerito, un "diversamente credente", uno di quelli che sono visti con qualche sospetto dalle istituzioni religiose, uno di quelli che credono a loro modo, che non stanno facilmente nei modelli precostituiti da chi fa della religione o della fede una questione di appartenenza o di ortodossia. Ci sono molti motivi perché quest'uomo sia all'esterno di ciò che "va bene". Eppure va da Gesù, eppure ama il suo prossimo, il suo vicino, ma non usa il suo ruolo per partire da una posizione di forza. E' così che la grazia lo tocca, lo raggiunge e la sua vita è trasformata nell'incontro risolutivo con Gesù.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Gesù è il terzo personaggio. Non è proprio necessario descriverlo qui tra noi oggi, lo conosciamo bene anche se davanti a lui non riusciamo sempre a dirgli "Non sono degno"! Lo conosciamo bene ed infatti crediamo di avere le carte in regole per stare davanti a lui con tutte le nostre pretese e le nostre identità diversificate. Da lui ci aspettiamo giustizia, la nostra giustizia, ci aspettiamo guarigione, ci aspettiamo pace nel mondo lasciando a lui solo tutta la responsabilità e affaccendandoci in altre cose affatto pacifiche affatto necessarie nel frattempo. Per esempio dividendo il mondo in buoni e cattivi, in neri e bianchi, in poveri e ricchi, in cristiani e appartenenti ad altre religioni molto scomode soprattutto se si mostrano troppo fino a costruire edifici per la preghiera! Stupendoci poi se le tensioni si sviluppano in modo perverso, qui da noi come in ogni continente, sfociando anche in guerre che dimentichiamo presto.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Dal Gesù che conosciamo bene, magari fin dall'infanzia, oggi, a partire da questo esemplare racconto evangelico, noi ci sentiamo spiazzati, ci sentiamo anche provocati. Come ci spiazzano altri gesti di Gesù, o altre predicazioni, per esempio la parabola del buon samaritano! Per cominciare Gesù è sorpreso dalle parole e dall'atteggiamento del centurione, ne è meravigliato, dice il testo. E questa ammirazione Gesù la condivide con i suoi discepoli: guardate che non ho mai visto una fede così grande tra di voi, in Israele. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Ci sorprende questa considerazione di Gesù: ma come, questo non è un pagano? non è uno straniero? La vera e grande fede non è forse quella di chi va regolarmente in chiesa e non ha mai fatto male neanche ad una mosca? </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Ma Gesù va anche al di là e dice addirittura che nel regno dei cieli entreranno molti che a viste umane non ne avrebbero il diritto e molti di quelli che invece pensano di avere le carte in regola rimarranno fuori, nell'oscurità, non saranno associati al mondo di luce che è annunciato ai salvati! </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Questo, fratelli e sorelle è un boccone che rischia di andarci per traverso a meno che prendiamo sul serio il discorso sulla fede.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><strong>Che cos'è la fede? Ecco il problema.</strong> Quali sono le caratteristiche di una fede cristiana fondata veramente sulla Parola di Dio? E poi quale è il rapporto, se c'è, tra la fede del centurione e la nostra? Quale è il traguardo verso il quale ci porta un cammino di fede? </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">La risposte a queste domande sono naturalmente molteplici. Ma a partire da questo racconto è forse possibile intravedere qualche risposta. Naturalmente la fede, come la grazia, è un dono di Dio e come tale va vissuta. Non come un diritto a chissà quale privilegio, ma come un dono gratuito che viene da un donatore i cui contorni rimangono in parte misteriosi, ma che, nonostante questo, porge la possibilità di scorgere i punti luminosi dell'esistenza su questa terra. La fede è data per vedere meglio i contorni della nostra esistenza e per scorgere al suo interno le opere di Dio per noi, per il nostro bene.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">E poi la fede è ciò che ti mette in movimento, ti fa agire, non ti permette di stare a guardare il cielo attendendo che tutto venga da lì, ma è ciò che ti fa capire che davanti a certe cose non basta l'autorità, il comandare, l'esigere che altri facciano ciò che innanzi tutto tu puoi fare secondo le tue possibilità e i tuoi doni. La fede ti insegna che è necessario muoversi, andare verso l'altro e soprattutto non chiudere le porte quando l'altro viene verso di te. Perché come la grazia ha toccato il centurione e lo ha portato verso chi lo ha salvato, così può succedere anche a te. Ed è così che puoi scoprire che la salvezza è offerta, è messa a disposizione di tutti, e non ci sono carte di identità né certificati di denominazione di origine controllata (DOC) che contino più di tanto. Purtroppo spesso dimentichiamo che non siamo chiamati ad essere interpreti di una cultura religiosa odi un'altra ma ad essere testimoni dell'Evangelo della grazia di Dio donata a tutti. L'atteggiamento di stupore e di meraviglia di Gesù quando riceve il centurione nella casa di Capernaum deve essere anche il nostro quando riceviamo la richiesta di condividere pienamente la confessione di fede di fratelli e sorelle in fede che per qualche motivo ci fanno temere che la chiesa, la NOSTRA!, cambi da com'era una volta e vada in direzioni inesplorate e tali da creare ansietà e diffidenza diffuse. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">Come Gesù ha accolto chi lo ha cercato ed ha risposto alle domande di chi gli ha chiesto aiuto e guarigione, così la sua chiesa nel mondo deve tenere le sue porte aperte<span> </span>perché, appunto, <u><strong>davanti a Gesù non esistono né servi né centurioni, né credenti doc né credenti diversi, esistono soltanto esseri umani diversi tra loro, la cui vocazione è di trovare nel Signore il senso profondo della loro vita su questa terra.</strong></u> </span></div>
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<span style="font-family: Arial;"> </span></div>
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