sabato 21 novembre 2015

   Dal Vangelo di Luca

Il notabile ricco

Un notabile lo interrogò: «Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?». Gesù gli rispose: «Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio. Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre». Costui disse: «Tutto questo l'ho osservato fin dalla mia giovinezza». Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi». Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco.

Il pericolo delle ricchezze

Quando Gesù lo vide, disse: «Quant'è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio. ]E' più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!». Quelli che ascoltavano dissero: «Allora chi potrà essere salvato?». Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio».


   Commento

   A prima vista , la domanda del notabile può sembrare una trappola. Maestro buono, chiama Gesù. Vuol dire che lui, di persona, ha fatto l'esperienza della bontà del Signore. 
    Proprio qualche giorno fa, tramite Facebook, ho avuto una scambio di idee  con un tale che sosteneva che tutte le religioni sono uguali, dopo aver studiato le religioni  una quindicina di anni. Come se il rapporto con l'Assoluto avesse bisogno di tanti studi e approfondimenti! Almeno nel cristianesimo, ma penso valga anche per altre religioni, lo studio è importante, ma se non è sostenuto dall'incontro e dialogo vitale con l'Assoluto, serve a poco. E questo rapporto interpersonale si alimenta attraverso lo studio si, ma anche e soprattutto con la preghiera, i sacramenti nella liturgia della chiesa, la meditazione, la pratica delle virtù, l'osservanza dei comandamenti. Sono tante le cose, ma tutte accomunate da una sola cosa: amare Dio e il prossimo. Non tutte le religioni insegnano questo? Certamente. Ma il cristiano  ha il privilegio di conoscere la volontà di Dio , rivelatasi nell'opera e nella vita del suo Figlio Gesù. 
   Gesù però non si ferma all'osservanza dei comandamenti. Vuole di più. Lui vuole la totalità della vita dell'uomo. Come mai? Perché lo vuole felice. Il cristianesimo è la religione che richiama l'uomo alla sua vocazione originaria alla santità che vuol dire anche felicità. E che cosa cerchiamo noi su questa terra, se non proprio di essere felici?
     Quindi prendiamo sul serio l'insegnamento di Gesù e mettiamo in pratica, tutti i giorni e in ogni occasione. Essere cristiani nelle grandi occasioni è semplice, ma esserlo nei momenti di difficoltà e di prova, è da santi.
    E non dimentichiamo una cosa semplice: ciò che non è possibile all'uomo , è possibile a Dio. Fidiamoci di Dio, l'unica nostra ancora in questo mondo lontano da Lui. E' sempre con noi, se noi siamo intenti a stare e vivere con Lui. Lasciamolo entrare nel nostro intimo per trasformarci in icona di Sé per portare avanti il suo messaggio di tenerezza e di amore aperto a tutti di uomini di buona volontà! Che lo Spirito Santo ci aiuti in questa impresa !

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