sabato 3 maggio 2014

IL VANGELO DELLA DOMENICA

Dal Vangelo secondo Mc.15,43-47; 16,1-8

           Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto.         
           Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?».  Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.
 
   Commento
 
      Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salòme forse pensavano di averne già viste abbastanza, ma non sapevano che il bello doveva ancora venire!
Sabato mattina, con l'aiuto del buon Giuseppe d'Arimatea, calano Gesù dalla Croce e in fretta lo depongono in un sepolcro nuovo, scavato nella roccia. Il giorno successivo, all'alba, sarebbero ritornate per pulire e ungere il corpo del Rabbì. Si aspettano di ritrovare il suo cadavere. Vanno ai sepolcri per onorare un morto. Durante il tragitto un solo problema le fa pensierose: la pietra del sepolcro. Ancora non sanno che ben altri macigni andranno rimossi...
Il sepolcro è aperto. Al posto del cadavere del Rabbì, le donne trovano un angelo e il suo annuncio: "Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui".       Questo è il grande annuncio! Siamo discepoli di un Dio vivo! Siamo discepoli di un Dio che ha fatto esplodere d'amore il suo sepolcro! Non siamo più schiavi della morte, non siamo più prigionieri senza scampo: Gesù è risorto! Gesù è vivo! E come sarebbe bello se questa gioia (almeno un po'...) riempisse per davvero le nostre celebrazioni, la nostra vita quotidiana, i nostri incontri! A volte basta che qualcuno ci rubi un parcheggio o che l'autobus sia in ritardo per scatenare tutte le nostre ire più barbariche... Coraggio, amici: siamo discepoli di un Dio vivo!
Ma c'è un'altra cosa veramente bella nell'annuncio dell'angelo. Nazareno, crocifisso e risorto: con queste tre parole viene riassunta la verità di Gesù. L'angelo avrebbe potuto dire : "Gesù il messia", "Gesù il Cristo", "Gesù il Figlio di Dio" ... e invece no: Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto! Questo è molto importante perché ci ricorda lo strettissimo legame tra l'incarnazione, la croce e la resurrezione. Davanti al Risorto non dobbiamo perdere la memoria dell'Incarnazione e della Croce, perché sono proprio esse a dirci lo specifico dell'annuncio della Pasqua. La "buona notizia" non è l'annuncio che un morto è ritornato in vita, ma che il Figlio di Dio che si è fatto uomo tra gli uomini e ha donato tutta la sua vita per amore, ha sconfitto la morte! La resurrezione di Gesù annuncia che solo la vita donata per amore è più forte della morte, che solo la vita riconsegnata nella mani di Dio è sottratta alla morte.

Allora coraggio, amici, il Signore è risorto!
E' Risorto per te, che ti senti abbandonato da tutti. E' risorto per te, che sei riuscita a riprendere tra le mani la tua vita. E' risorto per te, che da anni ti prendi cura di tuo marito immobile nel letto. E' risorto per te, che dopo mesi di indecisione hai fatto quel passo tanto importante. E' risorto per te, che dopo mesi di buio, regali alla tua famiglia e ai tuoi amici i tuoi sorrisi più belli. E' risorto per te, che fai Pasqua lontano dalla tua famiglia e anche per te, che una famiglia non ce l'hai più. E' risorto per te, che non lo cerchi mai e oggi sei qui, davanti a Lui. Forse non lo sai, ma Gesù è vivo e se anche tu ti dimentichi di Lui, Lui di te non si scorda mai.

   P. Iosif


       

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