venerdì 21 marzo 2014

IL VANGELO DELLA DOMENICA (23.03.2014)

Vangelo secondo Marco 8,34-38


[34]Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. [35]Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. [36]Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? [37]E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? [38]Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».


Commento
       
         Dio vuole che tutti gli uomini vengano alla conoscenza della verità e per questo motivo estende il Suo invito alla salvezza a tutto il genere umano.
Nel versetto 34 sembra, però, che il Salvatore voglia scoraggiare coloro che si dispongono a seguirLo; in realtà non è così, perché Egli è sempre pronto ad aiutare i Suoi seguaci. La verità è che il Signore desidera mettere il peccatore di fronte alla propria responsabilità: ognuno, prima di decidersi a seguirLo, deve essere consapevole che c'è un prezzo da pagare, deve cioè assumere nei Suoi confronti un impegno senza riserve.
         Chi vuol divenire Suo discepolo deve essere disposto a rinunziare ad ogni pretesa ed ambizione. Soltanto allora potrà prendere la propria croce e seguire Gesù dove Lui vorrà condurlo.
       Il discepolo deve disporsi a scendere nella valle dell'umiliazione e dell'abbassamento. Essere cristiani vuol dire accettare tutto ciò che Gesù affrontò, vivere come Egli visse.
La croce di Cristo ci parla di vituperio, di disprezzo, di ignominia ed i credenti devono essere disposti a subire anche queste cose. Ogni vero discepolo di Gesù Cristo deve realizzare nella propria vita ciò che afferma l'apostolo Paolo: "lo sono stato crocifisso con Cristo...(1).
I veri credenti sono dei "crocifissi" che, consapevoli di essere morti con Cristo, vivono unicamente per la gloria di Dio.
           L'unico modo per salvare la propria vita è morire a sé stessi, al peccato e al mondo. Soltanto in questo modo il credente potrà essere certo di avere salva la vita nel tempo e per l'eternità. Colui che non sa rinunciare a sé stesso, ha già perduto la propria vita.
Ci aiuti il Signore a considerare l'inestimabile valore della nostra anima, in modo da vivere sempre in comunione con Lui. Con la nostra croce in spalla, possiamo seguire Gesù su questa terra per poi godere con Lui tutta l'eternità nella gloria dei cieli.

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