sabato 4 gennaio 2014

IL VANGELO DELLA DOMENICA

 Dal Vangelo secondo Marco 1,1-8

Predicazione di Giovanni Battista

[1]Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. [2]Come è scritto nel profeta Isaia:
Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerà la strada.
[3]Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri,
[4]si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. [5]Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. [6]Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico [7]e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. [8]Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».
 
  Commento
     Oggi la Liturgia ci parla di "annuncio"; ed è contenuto, nella splendida sintesi del versetto che apre tutto il racconto di Marco: "Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.....".
L'uomo Gesù di Nazareth, è il Cristo, il messia lungamente atteso, ed è il Figlio stesso di Dio: è lui stesso Dio. Questa è la notizia veramente buona che risuona nella Storia, non semplicemente un fatto, ma una Persona: Gesù Figlio di Dio, inviato per la salvezza di tutti gli uomini.
Possono sembrare anche parole scontate, tanto siamo abituati a sentirle, ma non è proprio così; infatti si può annunciare Gesù, per la sua grandezza storica: il personaggio che ha mutato il corso degli eventi, si può parlare di Gesù, maestro di umanità, di moralità, di solidarietà sociale e quant'altro; ma l'annuncio veramente nuovo, che solo può scuotere e risanare le coscienze è un altro: Gesù di Nazareth, il Cristo è Figlio di Dio: in Lui Dio è entrato da uomo nella Storia per redimerla e redimere l'uomo di tutti i tempi, di tutte le razze, di tutte le culture, di ogni estrazione sociale.
Un annuncio che non è per nulla scontato e tanto meno oggi.
Credo che oggi, non solo nella riflessione di questa domenica, ma nel nostro oggi storico, culturale, sociale, questi interrogativi e l'annuncio di Marco, ci interpellino nuovamente con forza.
L'annuncio che Gesù di Nazareth è il Figlio di Dio, non è un fatto compiuto in un passato più o meno remoto, esso reclama altri profeti, e siamo noi uomini e donne del Duemila, noi battezzati "..con lo Spirito Santo..".
C'è, perciò, un Avvento che continua, che si estende nel tempo, e di esso, noi appartenenti a Cristo, dobbiamo essere, in qualche modo i 'promotori'.
L'annuncio di Isaia è ancora attuale: "Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura.... Allora si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà...." (Is.40,1-5)

Si, Gesù Cristo è venuto, la Redenzione è stata realizzata, ma, il tempo non è ancora concluso, uomini nuovi e nuova storia vivono, e sono anch'essi destinatari della Salvezza; spetta a noi, cooperare, nel modo che ci compete, perché essa arrivi a tutti; perché tutti, possano cogliere e accogliere il Signore.
Sicuramente non ci saranno più dei "Giovanni Battista " austeri, penitenti e dalla predicazione veemente; lui è e resta il " precursore" storico, " il più grande tra i figli di donna", ma non l'unico che prepara la via al Figlio di Dio Redentore; occorre, ancora, anzi è urgente che altri si facciano "voce" che risuoni nei luoghi deserti della Storia, la nostra, per annunciare con fede viva ed operante, che Dio, in Cristo è venuto e ancora viene, per risanare e rinnovare l'umanità.
Occorre, tenendo fisso lo sguardo su Cristo che è nostro Dio e Signore, prendere a cuore, tutte quelle "storture" non poche, che ogni giorno cadono sotto i nostri occhi, le discriminazioni d'ogni genere, le sperequazioni, le ingiustizie, per risanarle. Sicuramente, per la maggior parte di noi le possibilità sono limitate, ma ciò non può costituire un alibi per il disimpegno; l'annuncio del Vangelo passa anche attraverso le opere volte a realizzare giustizia, pace, solidarietà e quanto renda più dignitosa ed umana l'esistenza, soprattutto degli ultimi, siano essi poveri di mezzi economici, o poveri perché diversi, oppure impantanati in qualunque situazione di "male". Dalle nostre stesse opere, risuonerà l'annuncio del Vangelo e, come il Profeta invoca: "..Allora si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà,...." (Is.40,1-5)

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