sabato 28 dicembre 2013

IL VANGELO DELLA DOMENICA

Dal Vangelo secondo Matteo 1,13-23

Fuga in Egitto e strage degli innocenti        

[13]Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo».         

[14]Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, [15]dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.
[16]Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. [17]Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:
[18]Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande;
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata, perché non sono più.

Ritorno dall'Egitto e dimora a Nàzaret

[19]Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto [20]e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino». [21]Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele. [22]Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea [23]e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
 
Commento
La sfida della famiglia - E’ un brano che può aiutare moltissimo la sfida della famiglia. Sfida in cui siamo tutti. Non c’è nessuno che è fuori da questa sfida perché tutti dobbiamo articolare il nostro rapporto con la nostra famiglia, o di origine, o quella che, se ci siamo sposati, abbiamo formato o quella a cui apparteniamo comunque. C’è un rapporto con la realtà della famiglia che è un rapporto con la realtà della vita.

La sfida complicata anche per la famiglia di Gesù - E noi vediamo in questo vangelo che questa sfida comincia in maniera molto complicata pure per il nostro Signore. Il Signore Gesù arriva in una famiglia che vive una serie di tribolazioni, di difficoltà, di problemi. Giuseppe, che è il protagonista attivo di questo testo, è uno che deve affrontare una serie di difficoltà. Prima c’è Erode che vuole cercare il bambino per ucciderlo. Poi deve andare in Egitto, appunto, e poi tornare dall’Egitto quando Erode ha compiuto il suo percorso terreno e quindi ci si è liberati dalla sua minaccia. E via dicendo.

Parametri con cui gestire la sfida delle relazioni familiari - Fondamentalmente di che cosa stiamo parlando. Del fatto che tutti noi nella sfida delle nostre relazioni familiari e nella gestione di queste relazioni, noi abbiamo dei principi, dei parametri. Ecco che parametro appare qui in questo testo.

Giuseppe deve ascoltare un angelo per compiere la sua missione - Giuseppe per poter portare avanti la sua missione deve obbedire ad un angelo che gli parla. L’angelo del signore gli appare in sogno. Lui deve ascoltare le indicazioni di un angelo e questo angelo gli dice delle cose molto serie, molto difficili. Deve andare in Egitto, deve affrontare precarietà, deve affrontare difficoltà. E da lì poi l’angelo gli dirà quando deve tornare. Il testo ha il suo compimento nella sua frase finale, quando, avvertito in sogno, si ritira nella zona della Galilea e va ad abitare in una città chiamata Nazareth, “perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti”. Ovvero sia quello che Giuseppe deve portare avanti è l’obbedienza ad un piano di Dio. Deve compiere una cosa che era stata predetta dai profeti.

Obbedire ad un piano di Dio per compiere le promesse e le profezie - Allora ognuno di noi, di fronte alla propria esistenza, di fronte alla gestione della propria vita, ha la tentazione di fare semplicemente secondo buon senso. Fare semplicemente secondo opportunità e convenienza. Scopriamo una nuova forma di vivere, attraverso il nostro Signore Gesù Cristo, nel mondo, e attraverso la sua famiglia noi vediamo che compare una nuova forma di famiglia. Quella che obbedisce ad un piano, quella che compie promesse, profezie.

Ognuno deve difendere il bambino attraverso l’obbedienza ai piani di Dio - C’è su ciascuno di noi un piano di Dio, e questo piano di Dio va assecondato. E ciascuno di noi deve difendere questo bambino così prezioso. Ognuno di noi deve difendere il Signore Gesù Cristo nella sua vita e deve difendere la presenza di Dio nella sua propria famiglia attraverso l’obbedienza al piano di Dio.

Dio, se ci mettiamo sulla sua strada ci manda angeli - Molto spesso noi crediamo di dover andare avanti improvvisando la nostra vita, facendo le cose un po’ come ci vengono, invece scoprire che Dio, quando ci mettiamo sul suo piano, quando ci mettiamo sulla strada che lui ci sta indicando ci manda angeli. Ora gli angeli parlano a Giuseppe in sogno. Noi possiamo dare tante determinazioni a questa immagine. Certamente un angelo è il nome di un ministero, più che di una persona ben precisa o di un essere soprannaturale ben preciso. γγελος (traslitterazione: ággelos; pronuncia: ánghelos) in greco vuol dire annunziatore. Noi abbiamo angeli. Tutti quanti abbiamo il dono di persone che hanno il compito un pochino di indicarci la volontà di Dio. Ognuno di noi fa riferimento, come cristiano, a qualcuno. Deve fare questo riferimento. Se non stiamo ascoltando un angelo, se non stiamo consegnando un pochino la nostra vita a qualcuno che ci dica, un pochino, come gestirla, normalmente agiamo abbastanza a casaccio.

Ci sono pericoli di cui ci informano i nostri angeli-E normalmente quello che facciamo è che ci esponiamo ad Erode. E’ una minaccia che Giuseppe non conosce. E’ una minaccia di cui Giuseppe non sapeva. E’ un’informazione che gli dà l’angelo. Ci sono pericoli di cui ci informano i nostri angeli. Ci sono cose che noi prendiamo un po’ sottogamba. Noi pensiamo di essere tranquilli, invece abbiamo bisogno di sapienti, di angeli, di guardiani, di persone che ci facciano il servizio di dirci un pochino come proteggere la nostra vita.

I cristiani sono chiamati ad essere gli angeli per questa generazione - Questo un pochino anche si rovescia come tematica. Noi come cristiani, abbiamo il compito di essere angeli per questa generazione. E un pochino attraverso i nostri gesti, attraverso le nostre scelte, attraverso le nostre parole e la nostra testimonianza, siamo chiamati ad indicare al mondo come difendere Gesù Cristo. In fondo un po’ da se stesso. In fondo un po’ dai regni di questo mondo.

La sfida della famiglia è incompatibile con gli interessi di Erode - Perché la famiglia ha una sfida da affrontare difficile perché è incompatibile la sua preziosa e delicata sfida con le esigenze di Erode. Erode ha delle priorità. Il nostro mondo ha delle priorità che sono fondamentalmente priorità economiche, priorità collegate al potere, priorità collegate ad una gestione e ad una visione del mondo che non è direttamente riferibile alla priorità della vita. Mentre una famiglia ha come priorità la vita. Allora che succede? Erode gestisce, spadroneggia, tante famiglie togliendogli questa priorità. Cosa deve fare Giuseppe? Deve difendere, costi quel che costi questo bimbo. Difendere la vita nascente, difendere la debolezza, la fragilità della vita che sta sbocciando. Ecco.

La missione di Giuseppe e di ognuno di noi- In fondo, un po’ tutti noi abbiamo questa missione. La missione di Giuseppe, la missione di difendere la nostra propria relazione con la vita da Erode. Ogni famiglia ha questa missione. Ma i cristiani sono angeli per questo mondo per indicare parametri, modi di pensare, scelte che non obbediscano ad Erode, ma che gli sappiano sfuggire. Non dobbiamo avere paura di Erode. Dobbiamo avere paura di non ascoltare l’angelo. Il nostro vero problema non è Erode. Il nostro vero problema è compiere le profezie che ci sono su di noi.
Ecco questa sfida che si presenta, la domenica dopo Natale , per ognuno di noi, di compiere la nostra missione di padri, di madri, figli, fratelli, di essere comunque in relazione agli altri secondo il piano di Dio e non secondo il semplice buon senso o le priorità di questo mondo.

 
 

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