sabato 2 novembre 2013

IL VANGELO DELLA DOMENICA

               Domenica XX-sima dopo la Pentecoste

               Il Vangelo secondo Lc.16,19-31
     
     19C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: «Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma». 25Ma Abramo rispose: «Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi». 27E quello replicò: «Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento». 29Ma Abramo rispose: «Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro». 30E lui replicò: «No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno». 31Abramo rispose: «Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti»».

     
      Commento

• Ogni volta che Gesù ha una cosa importante da comunicare, crea una storia e racconta una parabola. Così, attraverso la riflessione su una realtà invisibile, conduce coloro che lo ascoltano a scoprire le chiamate invisibili di Dio, presenti nella vita. Una parabola è fatta per far pensare e riflettere. Per questo è importante fare attenzione anche ai minimi dettagli. Nella parabola del vangelo di oggi appaiono tre persone: il povero Lazzaro, il ricco senza nome ed il padre Abramo. Nella parabola, Abramo rappresenta il pensiero di Dio. Il ricco senza nome rappresenta l'ideologia dominante dell'epoca. Lazzaro rappresenta il grido silenzioso dei poveri del tempo di Gesù e di tutti i tempi.
• Luca 16,19-21: La situazione del ricco e del povero. I due estremi della società. Da un lato la ricchezza aggressiva, dall'altro il povero senza risorse, senza diritti, coperto di piaghe, senza nessuno che lo accoglie, tranne i cani che vengono a leccare le sue ferite. Ciò che separa i due è la porta chiusa della casa del ricco. Da parte del ricco non c'è accoglienza né pietà per il problema del povero alla sua porta. Ma il povero ha un nome ed il ricco non lo ha. Ossia, il povero ha il suo nome scritto nel libro della vita, il ricco no. Il povero si chiama Lazzaro. Significa Dio aiuta. E attraverso il povero Dio aiuta il ricco che potrà avere il suo nome nel libro della vita. Ma il ricco non accetta di essere aiutato dal povero, poiché mantiene la porta chiusa. Questo inizio della parabola che descrive la situazione, è uno specchio fedele di ciò che stava avvenendo nel tempo di Gesù e nel tempo di Luca. E' lo specchio di quanto avviene oggi nel mondo!
• Luca 16,22: Il mutamento che rivela la verità nascosta. Il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Muore anche il ricco e viene sepolto. Nella parabola, il povero muore prima del ricco. Ciò è un avviso per i ricchi. Fino a quando il povero è ancora vivo e sta alla porta, per il ricco c'è ancora possibilità di salvezza. Ma dopo che il povero muore, muore anche l'unico strumento di salvezza per il ricco. Ora, il povero sta nel seno di Abramo. Il seno di Abramo è la fonte di vita, da dove nasce il popolo di Dio. Lazzaro, il povero, fa parte del popolo di Abramo, da cui era escluso, quando stava davanti alla porta del ricco. Il ricco che crede di essere figlio di Abramo non va verso il seno di Abramo! Qui termina l'introduzione della parabola. Ora inizia la rivelazione del suo significato, mediante le tre conversazioni tra il ricco ed il padre Abramo.
• Luca 16,23-26: La prima conversazione. Nella parabola, Gesù apre una finestra sull'altro lato della vita, il lato di Dio. Non si tratta del cielo. Si tratta della vita che solo la fede genera e che il ricco senza fede non percepisce. Solamente alla luce della morte si disintegra l'ideologia dell'impero ed appare per lui ciò che è il vero valore nella vita. Da parte di Dio, senza la propaganda ingannatrice dell'ideologia, le carte cambiano. Il ricco vede Lazzaro nel seno di Abramo e chiede di essere aiutato nella sofferenza. Il ricco scopre che Lazzaro è il suo unico benefattore possibile. Ma ora è troppo tardi! Il ricco senza nome è pietoso, poiché riconosce Abramo e lo chiama Padre. Abramo risponde e lo chiama figlio. Questa parola di Abramo, nella realtà, va indirizzata a tutti i ricchi vivi. In quanto vivi, hanno la possibilità di diventare figli e figlie di Abramo, se sapessero aprire la porta a Lazzaro, il povero, l'unico che in nome di Dio può aiutarli. La salvezza per il ricco non è che Lazzaro gli dia una goccia di acqua fresca per rinfrescargli la lingua, ma che lui, il ricco, apra al povero la porta chiusa per così colmare l'abisso.
• Luca 16,27-29: La seconda conversazione. Il ricco insiste: "Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli!" Il ricco non vuole che i suoi fratelli finiscano nello stesso luogo di tormento. Lazzaro, il povero, è l'unico vero intermediario tra Dio ed i ricchi. E' l'unico, perché è solo ai poveri che i ricchi devono restituire ciò che hanno e, così, ristabilire la giustizia pregiudicata! Il ricco è preoccupato per i fratelli, ma mai si è preoccupato dei poveri! La risposta di Abramo è chiara: "Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro!" Hanno la Bibbia! Il ricco aveva la Bibbia. La conosceva a memoria. Ma non si rese mai conto del fatto che la Bibbia avesse qualcosa a che vedere con i poveri. La chiave che il ricco ha per poter capire la Bibbia è il povero seduto alla sua porta!
• Luca 16,30-31: La terza conversazione. "No, Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvedranno!" Il ricco riconosce che è nell'errore, poiché parla di ravvedimento, cosa che durante la vita non ha sentito mai. Lui vuole un miracolo, una risurrezione! Ma questo tipo di resurrezione non esiste. L'unica resurrezione è quella di Gesù. Gesù risorto viene a noi nella persona del povero, di coloro che non hanno diritti, di coloro che non hanno terra, di coloro che non hanno cibo, di coloro che non hanno casa, di coloro che non hanno salute. Nella sua risposta finale, Abramo è chiaro e contundente: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti sarebbero persuasi!" Termina così la conversazione! Fine della parabola!
• La chiave per capire il senso della Bibbia è il povero Lazzaro, seduto davanti alla porta! Dio ci si presenta nella persona del povero, seduto alla nostra porta, per aiutarci a colmare l'abisso enorme che i ricchi hanno creato. Lazzaro è anche Gesù, il Messia povero e servo, che non fu accettato, ma la cui morte cambiò radicalmente tutte le cose. E tutto cambia alla luce della morte del povero. Il luogo del tormento è la situazione della persona senza Dio. Anche se il ricco pensa di avere religione e fede, di fatto non sta con Dio, perché non apre la porta al povero, come fece Zaccheo (Lc 19,1-10).

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